Questa nota riprende la discussione avviata con “Il Reddito di Cittadinanza e il Fondo Sociale Europeo” e presenta la ripartizione per singola regione e per i programmi nazionali delle somme del Fondo Sociale Europeo (FSE) che potrebbero essere utilizzate per contribuire a finanziare il Reddito di Cittadinanza (RdC) inserito nella Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza del Governo Conte. Dall’analisi della normativa di riferimento abbiamo appreso che si tratta di un’ipotesi tecnicamente realizzabile.[1] Dal punto di vista della finanza pubblica del paese, l’uso delle risorse FSE diminuirebbe di 4 miliardi di euro la spesa in deficit programmata dal Governo Conte.
I dati per il RdC regionalizzato. Al risparmio di 4 miliardi di Euro della spesa in deficit concorrerebbero tutte le regioni italiane in misura proporzionale all’ammontare di risorse FSE residue e libere da impegni di spesa al 30 giugno 2018. Essendo state ottenute applicando un contributo pari al 40% de residuo FSE,[2] le somme riportate nella Tabella 1 dipendono dal valore di ciascun FSE regionale ad inizio ciclo e dalla spesa impegnata fino a metà 2018. Si noti come somme rilevanti per il RdC sarebbero ottenute dai programmi FSE nazionali, di cui finora il paese ha mostrato una bassissima capacità di spesa.
La regione a maggiore contribuzione sarebbe la Puglia, la quale destinerebbe 317 milioni di euro FSE per coprire parte del reddito di cittadinanza di cui beneficeranno i pugliesi nel biennio 2019-2020. Alla Puglia rimarrebbero 553 milioni di Euro da utilizzare per conseguire gli obiettivi del piano regionale FSE del periodo 2014-2020. Il fondo FSE della Lombardia cederebbe 266 milioni di euro a parziale copertura del reddito di cittadinanza dei lombardi. Al netto di questo utilizzo del FSE, alla Lombardia rimarrebbe (comunque) un residuo di 399 milioni di euro. In Sicilia e in Campania le somme FSE per il reddito di cittadinanza regionalizzato sarebbero 272 e 232 milioni di euro, rispettivamente. In Calabria il prelievo FSE ammonterebbe a 124 milioni di euro da distribuire ai calabresi a mò di reddito di cittadinanza. Al netto di questo contributo, alla Giunta Oliverio rimarrebbero 186 milioni di euro da finalizzare in spesa FSE negli anni di chiusura del ciclo di programmazione 2014-2020.
Il peso dei fondi FSE in Calabria. Sarebbe sufficiente il prelievo FSE per finanziare i poveri Calabresi? Difficile dirlo, in assenza di dettagli sulle modalità di implementazione del RdC e di dati puntuali dei potenziali beneficiari. Di seguito proviamo a fare una semplice simulazione. Se il contributo FSE fosse speso nel biennio 2019-2020 (anno della chiusura formale del ciclo 2014-2020), la dotazione media annua per il RdC dei Calabresi sarebbe di 62 milioni di euro. I calabresi in stato di povertà assoluta sono poco più di 162000. Immaginano che il reddito mensile dei poveri sia pari, in media, a 450 euro. Affinché tutti i calabresi “poveri” raggiungano la soglia di 780 euro del RdC mensile, sarebbero necessari 641,52 milioni di euro annui [(780-450)*12*162000]. In tale scenario, nel 2019 e nel 2020 la quota annua delle risorse FSE (pari a 62 milioni di euro) coprirebbe circa il 10% dei fabbisogni annui del RdC calabrese. Il restante 90% sarebbe a carico dei fondi nazionali stanziati dal Governo del Cambiamento per finanziare il RdC.
[1] Su questa questione si veda anche l’intervento dell’11 luglio 2018 alla Camera dei Deputati del Ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, sollecitato da un’interrogazione parlamentare del deputato Mauro D’Attis.
[2] Sulla scelta di utilizzare un “prelievo” del 40% si rimanda al saggio “Il Reddito di Cittadinanza e il Fondo Sociale Europeo”
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