Le tematiche della sostenibilità e dell’economia circolare hanno di recente ricevuto un’attenzione sempre maggiore sia da parte dell’opinione pubblica che da parte della letteratura scientifica, alimentando le riflessioni in termini di policy concrete. A partire dal 2017, una letteratura crescente si dedica ad esplorare l’applicazione dei concetti dell’economia circolare al fine vita de “l’ambiente costruito”, ovvero l’insieme di infrastrutture ed installazioni che antropizzano in modo durevole l’ambiente e la cui costruzione richiede un ingente utilizzo di risorse naturali e di energia.
Nello studio di Fazio, Fricano e Pirrone dell’Università degli Studi di Palermo dal titolo “Piattaforme oil and gas e sviluppo turistico: evidenze da una analisi esplorativa sull’accettabilità del decommissioning circolare” (Regional Economy, 2022, 6(2), 72-80), ci si focalizza su un ambiente specifico, ossia le piattaforme offshore oil and gas presenti in Italia, e su una linea potenziale di “dismissione (o decommissioning) circolare ben definita, ovvero il recupero delle piattaforme a finalità turistico ricettive.
Attraverso l’esame della letteratura recente, l’articolo analizza la pertinenza dei concetti dell’economia circolare e della loro applicazione al fine vita delle piattaforme. In effetti, molti studi ed esperienze a livello mondiale, mostrano come anche il semplice processo “rigs-to-reef”, ovvero la creazione di rilievi sottomarini artificiali tramite l’affondamento di parti di piattaforme, abbia prodotto concreti benefici ambientali ed economici, quando realizzato in condizioni opportune.
Attualmente, anche sotto la pressione dell’obsolescenza delle strutture, il mondo scientifico inizia a riflettere su nuove ipotesi di riutilizzo in ottica circolare delle piattaforme. A nostra conoscenza, mancano ancora studi sistematici sul potenziale di riutilizzo delle infrastrutture offshore dismesse a fini turistico-ricettivi. Poiché l’unica esperienza concreta attuale, il Seaventures Dive Rig in Malesia, e, per analogia, il caso storico dell’Isola delle Rose in Adriatico, indicano che l’opzione turistica può essere una ipotesi economicamente sostenibile, si è deciso di condurre una survey esplorativa presso gli studenti di scienze del turismo dell’Università di Palermo e la relativa sede distaccata di Trapani. La ricerca si focalizza sugli aspetti percettivi e, di conseguenza, sull’accettabilità sociale di tale forma di riutilizzo.
L’analisi di tale originale base di dati, nei limiti della missione esplorativa dello studio, indica che esiste un potenziale di sviluppo di attività turistiche legate alle piattaforme. Al tempo stesso, emergono resistenze radicate, in particolare legate alla percezione delle piattaforme come elemento negativo per le condizioni del mare. Tale percezione contrasta con le evidenze scientifiche prodotte in ambito “rigs-to-reef”, mentre maggiori cautele possono essere sollevate nel caso di piattaforme attive. In altre parole l’informazione sui benefici delle piattaforme per l’ambiente marino esiste, ma essa non viene accolta dal pubblico. Inoltre, l’analisi inferenziale indica che tale percezione della qualità dell’ambiente marino è quella che maggiormente influisce sull’accettabilità del recupero a fini di sviluppo turistico. Pertanto, in ottica di policy, occorrerà andare oltre la semplice azione informativa, e implementare compiute policy di marketing sociale al fine di modificare la distorsione percettiva.
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Fazio G., Fricano S., Pirrone C. (2022), Piattaforme oil and gas e sviluppo turistico: evidenze da una analisi esplorativa sull’accettabilità del decommissioning circolare, Regional Economy, 2022, 6(2), 72-80)