Coronavirus in Italia: la curva del contagio e il valore dei tamponi

Un'analisi disaggregata per regione

Coronavirus in Italia: la curva del contagio e il valore dei tamponi. Al trentaquattresimo giorno dall’apparizione del coronavisus in Italia appare utile insistere sull’analisi dei dati del contagio da Covid19. Un nuovo e ulteriore elemento di valutazione di questi giorni è rappresentato dall’incremento del numero dei tamponi che si stanno realizzando in tutte le regioni Italiane. Questa nota si limita a rileggere la dinamica del contagio tenendo conto dell’espansione dello screening. Ad una breve descrizione iniziale dei dati nazionali segue una sezione conclusiva dedicata all’analisi delle dinamiche che si osservano in ciascuna delle 20 regioni italiane. Emerge che il tasso di positività tende a diminuire in modo marcato in molte regioni (Emilia Romagna, Marche, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Umbria) e in modo meno visibile, ma presente, in Veneto e in Lombardia. Il tasso di positività sta, quindi, diminuendo ovunque (Calabria compresa). Ma è una buona cosa, oppure è solo l’effetto che i tamponi stanno aumentando e, quindi, abbassano il rapporto Contagiati/Tamponi?  Può essere una buona cosa. Ottima, in alcuni casi.

L’analisi descrittiva di questi dati è un’attività utile a capire cosa succederà nei prossimi giorni perché dovremmo iniziare a pensare come e quando uscire dallo scenario di lockdown. Data l’emergenza sanitaria, il paese è chiamato sia a minimizzare gli effetti dello shock sia a ripartire: l’attuale emergenza economica può trasformarsi in dramma.  Ma la ripartenza deve essere effettuata in sicurezza: ecco perchè la campagna dei tamponi ha un valore e deve proseguire sia nei prossimi giorni sia prima di abbandonare il lockdown.

I positivi e i tamponi. L’analisi dei dati della diffusione del contagio da Covid19 è condizionata dal fatto che i criteri di somministrazione del test sono cambiati nel corso del tempo. Nella fase di avvio, i tamponi sono stati effettuati solo ai sintomatici e, in modo non omogeneo nel paese, alle persone che hanno avuto contatti con i “positivi” al test. Da qualche giorno e con tempistiche e modalità diverse da regione a regione, sono sottoposti a test anche le persone esposte a rischio. Nell’ultima settimana, il numero dei tamponi è cresciuto ovunque in modo significativo.

Aumentare la copertura del test è una scelta sensata per almeno tre motivi. Uno: può interessare persone asintomatiche, con l’evidente esito di bloccare la trasmissione del contagio. Due: tutela le persone a rischio (anziani, chi lavora, tutto il personale medico e paramedico). Tre: dovrebbe deve essere intesa non tanto come l’esito dell’espansione del contagio e dell’allargamento del rischio, ma come attività di prevenzione: deve veicolare un messaggio di serenità alla popolazione, perché le persone sottoposte a controllo stanno aumentando e questo è rassicurante. Dobbiamo sentirci piu’ sicuri oggi rispetto a 10 giorni fa, anche se il valore assoluto dei positivi è cresciuto. L’allarmismo che può essere generato dalle tendenze della curva del contagio merita, quindi, di essere attenuato, perché l’incremento dei positivi “rilevati” è correlato con la massiva e crescente attività di controllo che si sta (finalmente) facendo nel paese.

La curva del contagio rivisitata. Accanto alla curva del contagio “classica” (che è la funzione cumulata dei contagiati rispetto al tempo) appare utile esaminare contemporaneamente la dinamica del rapporto Contagiati/Tamponi che, per comodità espositiva, definiamo tasso di contagio o tasso di positività. A tale fine, le serie storiche dei contagiati e dei tamponi sono espresse come medie mobile a tre giorni (dai dati pubblicati dalla Protezione Civile).[1] La figura 1 mostra la curva del contagio “relativo”: in 33 giorni di rilevazioni, in media, nel paese, i test positivi sono stati  pari al 13,5% dei tamponi effettuati, con un picco del 20% raggiunto il 22 e il 23 marzo. Da notare come dalle ultime 4 rilevazioni giornaliere, la curva del tasso di positività decresca. Poiché il numero dei tamponi è aumentato molto nel corso dell’ultima settimana, questo risultato è positivo perché significa che la presenza relativa di positivi “rilevati” tende a diminuire.

Figura 1 Coronavisur in Italia: il tasso di positività

Le differenze regionali e temporali. La figura 1 sintetizza tutte le differenze temporali e territoriali del contagio. La figura 2 mostra nel tempo la distribuzione del tasso di positività regionale. Al netto dei valori anomali dei primi giorni del contagio, nel corso del tempo non solo si ha un aumento del contagio “mediano”, ma è aumentata a “scalini” anche la variabilità dei  dati in esame. Per brevità espositiva concentriamo l’attenzione sulla dinamica degli ultimi giorni. Si nota una riduzione della mediana, la persistenza della differenza tra il valore massimo (attorno a 0.4) e il valore minimo (attorno a 0.06) e una riduzione del primo e del terzo quartile.

Figura 2 Box plot del tasso di contagio

I dati regione per regione. La precedente analisi mostra come esistano significative differenze del contagio in Italia, sia in livello sia per i diversi tassi di crescita. Sono state e sono tutt’ora diverse le strategie regionali dello screening e di misure aggiuntive alle restrizioni nazionali di contenimento del contagio. Tutto questo aiuta a spiegare l’eterogeneità regionale del contagio. I grafici che seguono riportano per ciascuna regione la curva del contagio sull’asse a sinistra e la curva dei tamponi sull’asse a destra. I test al Covid-19 sono aumentati (per fortuna) ovunque. I valori elevati dei tamponi effettuati in Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto sono l’esito della massima dimensione del problema in quelle regioni e della scelta, in particolare nel caso del Veneto, di estendere la platea di coloro che sono state sottoposti al  test.

Cosa possiamo apprendere da questi grafici? Focalizziamo ancora la volta l’attenzione sull’ultima settimana del periodo in esame. Quasi tutte le curve del contagio “relativo” hanno frenato la fase di crescita e in alcuni casi,  (per esempio, in Liguria, Umbria, Marche, Puglia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Calabria e Campania) hanno cambiato inclinazione, mostrando una riduzione dei positivi rispetto al totale dei tamponi effettuati nel corso del tempo. In altre regioni (Lombardia, Veneto e Toscana) la riduzione è visibile, ma è meno marcata dei casi precedenti.

Sintesi. Il fatto che si osservi un andamento decrescente della curva del tasso di positività in presenza di un aumento dei tamponi, non è detto che sia unicamente l’effetto della robusta attività di screening. E’ possibile anche che la pendenza della curva del tasso di positività sia maggiore della pendenza della curva dei tamponi e questa è univocamente un’ottima notizia, perché la crescita dei contagiati è inferiore alla crescita dei tamponi. In estrema sintesi, i dati sul contagio in termini assoluti devono essere contestualizzati, anche perché una mappatura più precisa del contagio aiuta a capirlo meglio e serve per anticipare gli effetti dell’infezione.

In Calabria, per esempio, in questi giorni c’è allarmismo su un incremento del valore assoluto dei contagi (da 393 a 494 dal 26 al 27 marzo fino a 555 positivi del 28 marzo). Si dimentica però che tra il 26 e il 28 marzo i tamponi sono passati da 4177 a 5968. La variazione dei nuovi positivi in questi due giorni è di 152 nuovi casi (=555-393), mentre nello stesso periodo sono stati fatti 1791 tamponi in piu’ (=5968-4177). I contagio è cresciuto del 38%, mentre i tamponi sono aumentati quasi del 43%: la curva del tasso di positività in Calabria è in fase decrescente anche oggi (ndr 28 Marzo 2020).

Staremmo molto piu’ tranquilli se sapessimo che in un particolare istante nel tempo su 30000 tamponi effettuati nella regione, i positivi aumenterebbero dagli attuali 555 a 1000. Certo, sapere che i positivi sono 1000 preoccupa un po’, ma avremmo il vantaggio di conoscerne l’esistenza, di monitorarli e curarli (nei casi necessari). Se poi questo esperimento lo ripetessimo dopo una settimana e otterremo lo stesso risultato saremmo ancora più felici.  Forse, addirittura, potremmo pensare di uscire dal lockdown.


 

 

 

 

[1] Questo è per tener conto in parte dei casi in cui esiste uno sfasamento temporale tra la realizzazione del tampone e l’esito del test.

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