Covid-19 in Italia: la pressione sulle strutture sanitarie

La sanità delle regioni italiane: "stress" da CoronaVirus

La pressione sulle strutture sanitarie del paese esercitata dall’emergenza CoronaVirus è stata, ed è, elevatissima. Il contagio da Covid19 è tanto ampio da aver saturato in pochi giorni le corsie e i reparti delle strutture ospedaliere di molte regioni italiane (in primis Lombardia e Veneto).

Questa nota si limita ad analizzare e descrivere i dati dei pazienti Covid19 presi a carico dalle strutture ospedaliere. L’idea è di verificare se esistono delle regolarità empiriche che possono essere di qualche aiuto in termini di provvedimenti settoriali da adottare nel brevissimo periodo.

Se, oggi, dal un lato l’elemento di maggiore attenzione riguarda la capacità della sanità di offrire cure ai pazienti che necessitano di trattamenti in Terapia Intensiva, dall’altro lato le lezioni di politica sanitaria che il paese deve apprendere dagli accadimenti di queste settimane sono numerose. Una su tutte: serve investire in Sanità. Il dis-investimento che si osserva da 10-15 anni in Italia non solo viola il diritto alla salute in molte aree del paese, ma rende poco resilienti le strutture a shock esogeni di rilevante dimensione.

Il livello del contagio. Al 16 Marzo 2020, in Italia le persone contagiate sono 23073, di cui 12876 sono ricoverate negli ospedali, mentre 10197 sono in isolamento domiciliare. Negli ospedali, 11025 pazienti sono ricoverati con sintomi da Covid19 e 1851 persone sono in terapia intensiva. Sebbene la stragrande maggioranza dei pazienti oggi si concentri in Lombardia (seguita dall’Emilia Romagna, dal Piemonte e dal Veneto) è utile verificare se la dinamica degli “ospedalizzati” sia simile da regione a regione. I grafici in allegato mostrano per ciascuna regione l’andamento dei contagiati e dei pazienti in ospedale. Questi ultimi sono suddivisi in ricoverati con sintomi da Covid19 e pazienti in terapia Intensiva (TI). Nella stragrande maggioranza dei casi le curve del contagio e degli ospedalizzati mostrano una crescita esponenziale (sebbene cambi, da regione a regione, sia il tasso di crescita sia la “dimensione” del contagio). E’ importante osservare che in alcune regioni (Marche, Liguria, per esempio) la curva dei pazienti ospedalizzati Covid-19 sembra aver arrestato la sua dinamica di crescita e avviato un’inversione di tendenza (vedi allegato).

Tasso di ospedalizzazione dei pazienti contagiati. E’ di interesse comprendere se esistono delle specificità regionali nell’andamento della quota dei pazienti in ospedale rispetto al totale dei contagiati (figure 1 e 2)  e della quota dei pazienti in terapia intensiva rispetto al totale dei pazienti ospedalizzati (figura 3).  In entrambi i casi, si riportano i valori delle regioni in cui si hanno a disposizione un numero elevato di osservazioni/pazienti e i dati della Calabria, che è, in Italia, la regione con le maggiori “sofferenze ospedaliere”.

Figura 1
Figura 2

Rispetto alle altre regioni del Nord del paese, in Calabria i primi pazienti ospedalizzati si sono avuti l’11-esimo giorno del contagio e l’incidenza dei pazienti Covid-19 sul totale dei contagiati sembra convergere ai valori (attorno al 50%-55%) di quelli che si osservano in Lombardia e in Emilia Romagna (figura 1). La figura 2 confronta il tasso di ospedalizzazione della Calabria con quello che osserviamo nelle altre regioni meridionali. Negli ultimi giorni sembra che tutto il Mezzogiorno d’Italia stia convergendo verso un valore che fluttua sempre attorno al 50%-55%.

Occhio alla Terapia Intensiva. In questi casi, un dato che occorre tener in considerazione è la capacità della sanità italiana di curare i pazienti che necessitano di trattamenti in terapia intensiva (TI). Al 16 Marzo 2020, in Italia si sono 1851 pazienti Covid_19 in TI, a fronte di un totale di posti letto in TI pari a 5293 (dati Ministero della Salute al 31 Dicembre 2019). Poichè questa dotazione “ordinaria” di TI deve rispondere anche ai fabbisogni sanitari di pazienti non-Covid-19, è evidente che il sistema converge velocemente verso la saturazione. Queste sono le ragioni dell’appello #IoRestoACasa – che è per rompere la catena del contagio e, quindi, allentare la pressione sugli ospedali – e l’impegno di dotare il paese di nuovi posti in TI.

La figura 3 indica l’andamento della quota di ospedalizzati che sono in TI in alcune regioni italiane. Ad inizio della crisi, la proporzione di chi necessitava di TI variava molto da regione a regione. Nel corso del tempo, sembra i pazienti in TI tendano ad essere relativamente di meno, con una quota che tende a fluttuare attorno al 20%.


Allegato: Andamento regione per regione dei contagiati da Covid-19 e dei pazienti in strutture ospedaliere

 

 

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