La nomina a Capitale europea della cultura può rappresentare, per una città e il suo territorio, un’importante opportunità di sviluppo, con ricadute economiche e sociali rilevanti. Per tale ragione, la valutazione di tale iniziativa culturale, promossa e sostenuta dall’UE, è oggetto di studi riguardanti, tra l’altro, l’impatto sul Pil, sull’occupazione, sui flussi turistici, sulle industrie creative e sulla qualità della vita nelle città interessate.
Nel 2019, Matera è stata la prima città del Meridione a essere insignita del titolo di Capitale europea della cultura e, allo stesso tempo, l’ultima in ordine cronologico in Italia. La designazione di Matera – avvenuta nell’ottobre 2014, anche se l’iniziativa si è tenuta nel 2019 – ha avuto grande impatto mediatico, ed è servita a promuovere, a livello internazionale, lo straordinario patrimonio culturale e urbano della città che, da simbolo dell’arretratezza del Sud negli anni Cinquanta del secolo scorso, è divenuta un’importante meta turistica.
Qual è stato l’impatto turistico ed economico della nomina di Matera a Capitale europea della cultura? Per rispondere a questa domanda, in un articolo pubblicato su Regional Economy, Emanuela Macrì e Francesco Samà hanno confrontato le dinamiche nella città e nella provincia di Matera con quelle di altre 19 città/province candidate al titolo nello stesso anno. Esse sono: Aosta, Bergamo, Cagliari, Caserta, Erice, Grosseto, L’Aquila, Lecce, Mantova, Palermo, Perugia, Pisa, Ravenna, Reggio di Calabria, Siena, Siracusa, Taranto, Urbino e Venezia. Diversi gli indicatori presi in esame: arrivi e presenze turistiche, di italiani e stranieri, nelle strutture ricettive; offerta ricettiva; tasso di occupazione; numero di occupati dipendenti e indipendenti; valore aggiunto pro capite e per occupato.
Tenendo presente che la nomina di Matera a Capitale europea della cultura è avvenuta a fine 2014, Macrì e Samà hanno confrontato l’andamento degli indicatori turistici ed economici in due periodi: il primo, quello pre-nomina, copre gli anni 2010-14 mentre il secondo periodo, post-nomina, gli anni 2015-19.
L’analisi mostra come, dopo la nomina a ECoC 2019, gli arrivi turistici, sia nazionali, sia esteri, a Matera siano aumentati. Nello specifico, nel periodo post-nomina (2015-2019), gli arrivi complessivi sono aumentati del 139% rispetto al periodo precedente (ogni anno, in media, ci sono stati 172 mila turisti in più), mentre nel gruppo di controllo solo del 10% circa (47 mila in più). I pernottamenti, di turisti italiani e stranieri, sono aumentati quasi del 154%, contro una riduzione di circa l’8% nel gruppo di controllo. L’iniziativa ha avuto un effetto positivo anche sotto il profilo dell’offerta turistica: il numero di esercizi ricettivi a Matera è aumentato del 281%, mentre quello di posti letto del 74%.
Si osserva, poi, una significativa crescita del numero di occupati dipendenti (+4,1%) e soprattutto indipendenti (+10,8%) trainata, in buona parte, dalla nascita di nuove strutture ricettive; il tasso di occupazione nella provincia di Matera negli anni post-nomina è aumentato di 3,6 punti percentuali a fronte di poco più di 1 punto, in media, per le restanti province. Comparativamente minori, invece, gli effetti sulla crescita del valore aggiunto pro capite, pari a 0,5 punti percentuali in più rispetto alle province del gruppo di controllo. Tuttavia, l’andamento di questa variabile può essere stato influenzato dalle dinamiche economiche delle diverse aree geografiche (Centro-Nord e Sud-Isole) cui appartengono le province considerate nella nostra analisi. Infatti, quando la comparazione è effettuata con le sole province meridionali candidate all’ECoC, è possibile osservare una differenza di oltre 1 punto percentuale.
In sintesi, i dati mostrano come Matera abbia certamente beneficiato della nomina a Capitale europea della cultura 2019. La nostra analisi mostra come l’iniziativa delle Capitali europee della cultura, oltre a promuovere il patrimonio culturale delle città interessate, può avere ricadute significative per lo sviluppo locale.