La decisione su come e quando implementare la riapertura delle attività produttive non può non tener conto del numero di persone ancora positive e della dinamica che si osserva nella curva del contagio da coronavirus. Diventa cruciale in questa fase di setting delle politiche considerare l’incidenza del contagio tra la popolazione e la densità dello stesso. Se l’obiettivo è di riaprire il paese in sicurezza, allora è necessario farlo analizzando la “dimensione relativa” del contagio e capire se la curva del contagio mostra un andamento “stabilmente” decrescente. Al momento, l’area più sicura del paese è il Mezzogiorno d’Italia, in cui la densità del contagio è 6,7 volte più bassa rispetto a quella osservata nelle regioni settentrionali e l’incidenza dei positivi per abitante è 4.8 volte più bassa del Nord.
Il contagio regionale. Il contagio da Covid19 è fortemente concentrato per regione e molto diversificato in termini di densità e di incidenza per 1000 abitanti. Al 22 Aprile 2020, il 73% degli “attualmente positivi” è concentrato in 5 regioni (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Toscana), mentre Molise, Basilicata, Umbria, Valle d’Aosta e Calabria assorbono in totale solo il 2% dei casi di positivi in Italia (tabella 1)
Diversa è anche l’incidenza del contagio rispetto alla popolazione: in Italia 1,78 persone ogni 1000 sono contagiate. Questo valore è pari a 3,4 in Lombardia, 3.47 in Piemonte, 2.9 in Emilia Romagna e 2 in Veneto. Il valore più elevato del contagio per abitante si ha in Valle d’Aosta (3,9 contagiati ogni 1000 abitanti). Rilevante è anche il caso del Trentino Alto Adige (3,1 contagiati per 1000 residenti). All’estremo opposto, l’incidenza del contagio tra la popolazione è basso in Molise (0,67 contagiati per 1000 abitanti), Basilicata, Umbria e Calabria (poco più di 0,4 positivi per 1000 residenti. Parallelamente, si osservi che la densità del contagio è in Italia pari a 0.35 contagiati per Km2 e varia da 1.43 contagiati per Km2 in Lombardia a 0.023 in Basilicata (tabella 1).
La figura 1 sintetizza quanto la dimensione “relativa” del contagio vari a Nord a Sud del paese. Nelle regioni del Nord, ci sono 2.9 contagiati ogni 1000 abitanti. Questo valore è pari a 1,18 nel Centro di si riduce a 0.6 contagiati per 1000 residenti nelle regioni meridionali. Nel Mezzogiorno d’Italia,la densità del contagio è 6,7 volte più bassa rispetto a quella osservata nelle regioni settentrionali. E’ molto diversa anche la densità del contagio, che nelle regioni settentrionali è pari a 0.67, per ridursi a 0.24 nel Centro e addirittura a 0.099 nel Mezzogiorno d’Italia: nelle regioni del Sud l’incidenza dei positivi per abitante è 4.8 volte più bassa di quella che si osserva a Nord (Figura 1).
Figura 1
Le curve del contagio. La precedente analisi riproduce la distribuzione territoriale del contagio in un dato istante nel tempo, che è realizzata utilizzando i dati disponibili in data 22 Aprile 2020. Per ottenere una più organica rappresentazione del fenomeno in esame è utile verificare in quale fase dell’espansione dell’epidemia si trovano le regioni italiane. A tal fine, le figure 2 e 3 mostrano le curve del contagio da Covid delle regioni italiane costruite utilizzando i dati pubblicati il 22 Aprile 2020 dalla protezione civile. I valori degli “attuali positivi” sono espressi sotto forma di numeri indice al fine di rendere confrontabili le serie storiche regionali. Il “giorno base” prescelto è l’11 Aprile 2020 che è quello in cui le curve del contagio degli “attuali positivi” mostrano un cambiamento di curvatura in molte regioni italiane. Infine, per rendere più chiara la posizione sul grafico delle varie curve regionali del contagio si è scelto di visualizzare la finestra temporale degli ultimi 20 giorni dell’epidemia (su richiesta info@opencalabria.com si possono ottenere i dati completi).
Si noti che in alcune regioni il contagio è minore di quello osservato l’11 Aprile: si tratta dell’Umbria, della Basilicata, del Veneto e della Valle d’Aosta. Inoltre, è anche evidente che in alcune regioni il contagio tende a stabilizzarsi (in Calabria, Toscana, Campania e nelle Marche, che ha raggiunto il punto di massimo il 7 aprile), in altre è ancora crescente (gli “attuali positivi” sono superiori più del 10% di quelli rilevati l’11 aprile in Lombardia, Puglia, Abruzzo, Lazio, Lombardia). E’ importante notare le curve del contagio degli “attuali positivi” hanno “imboccato” la strada della discesa in un congruo numero di regioni.
Si tratta di un’evidenza empirica che dovrebbe aiutare a capire che, allo stato attuale dell’espansione del contagio, non ha senso fissare una data unica per la riapertura in tutto il paese delle attività economiche.