Fusioni tra comuni: il caso Cervicati – San Marco Argentano

Questa nota presenta una sintesi dell’analisi economico-finanziaria del progetto di fusione tra i comuni di Cervicati e di San Marco Argentano in provincia di Cosenza. Altri dettagli sono riportati nel Position Paper OpenCalabria 1/2019. Si tratta di documenti, inediti e indipendenti, che rendiamo pubblici al fine di consentire la massima divulgazione e fruibilità degli elementi che, a nostro parere, è opportuno tenere in debita considerazione nel processo di valutazione della fusione tra Cervicati e San Marco Argentano.

I due comuni hanno una popolazione totale di circa 8200 abitanti (poco più di 800 a Cervicati e poco meno di 7400 a San Marco Argentano) e un’estensione territoriale di 92,59 Kmq (12,09 kmq Cervicati e 80,5 kmq San Marco Argentano). La distanza tra i centri storici di Cervicati e di San Marco Argentano è di circa 3 chilometri.

L’analisi dei dati di bilancio evidenza come la fusione consenta un’immediata riduzione di alcune spese correnti (personale, utenze, servizi comunali, ecc.). In tale ambito, l’impatto più evidente è sui costi della politica e delle spese relative al revisore dei conti, al segretario comunale e al servizio di tesoreria di Cervicati. In totale si tratta di un risparmio di circa 61 mila euro all’anno. Di interesse è anche l’effetto che si avrà sulla componente più importante delle spese correnti, ossia quella per il personale che, oggi, ammonta a 433 euro per abitante a Cervicati e a 294 euro a San Marco Argentano. A Cervicati, più del 53% delle spese correnti per abitante si riferiscono al personale (a San Marco Argentano il personale pesa per il 40,5% delle spese correnti pro-capite). Tuttavia, l’impatto più rilevante sulle spese è atteso dall’operare, a regime, dalle economie di scala. I due comuni nel triennio 2015-2017 sono, infatti, collocati nella parte decrescente della curva delle spese totali pro-capite. In tale ambito, l’incremento della dimensione comunale dovuto alla fusione è inteso come un fattore che consente di recuperare efficienza in termini di spesa.

Un ulteriore elemento di valutazione riguarda cosa potrebbe accadere alla struttura della finanza locale nello scenario del comune unico. La transizione verso un unico sistema impositivo genera, a regime, effetti redistributivi della ricchezza individuale nel caso di significative differenze delle principali imposte e tariffe dei due enti, mentre è tanto più neutra quanto maggiore è l’allineamento delle preesistenti imposte e tariffe. Facendo riferimento all’addizionale comunale dell’IRPEF, all’IMU, alla TASI e alla tariffa regionale di conferimento dei rifiuti in discarica si può dedurre che in uno scenario post-fusione, le condizioni relative dei residenti del nuovo comune rimarranno inalterate, poiché qualsiasi variazione dei tributi sarà assorbita in modo uniforme da tutti i residenti.

Dall’elaborazione dei dati dei trasferimenti statali si ha che i due comuni hanno osservato una significativa riduzione di contribuzione nazionale. Nel 2017 Cervicati ha ottenuto 260 mila euro, che è inferiore del 31% del valore registrato nel 2010. Nel 2017 a San Marco Argentano sono stati trasferiti 1,51 milioni di euro, ossia -35% del dato del 2010. Le due amministrazioni comunali hanno compensato questa riduzione dei trasferimenti statali attraverso un incremento delle entrate tributarie proprie. Tuttavia, la compensazione tra i minori trasferimenti statali e le maggiori entrate tributarie è solo parziale (l’incremento del gettito da imposte e tasse è minore della riduzione dei fondi nazionali). A parità di altre condizioni, tutto ciò ha contribuito alla riduzione dei servizi offerti ai cittadini nel corso del tempo.

I trasferimenti statali ricevuti nel 2010 dai due comuni ammontano a 2,7 milioni di euro. Questa è la base per calcolare il bonus da assegnare per dieci anni all’eventuale nuovo comune unico: il bonus annuale ammonta a circa 1,62 milioni di euro (il 60% dei trasferimenti del 2010). Poiché l’incentivo è addizionale, nel primo anno della sua istituzione, il nuovo comune riceverà circa 3,4 milioni di euro (immaginando che le risorse ordinarie siano fisse al valore del 2017). È un valore quasi doppio dei trasferimenti che i due comuni hanno separatamente incassato nel 2017 e superiore della somma (2,7 milioni di euro) acquisita nel 2010, che è l’anno in cui si sono contabilizzati i picchi di trasferimenti statali ai comuni.

In uno scenario di tendenziale rigore nella gestione della finanza pubblica nazionale, il bonus fusione legato alla fusione tra Cervicati e San Marco Argentano garantirebbe la disponibilità certa di una somma di denaro (16,2 milioni in dieci anni) che è congrua per attuare investimenti e finanziare attività “straordinarie” legate allo sviluppo dei territori di riferimento.

Dall’analisi dei bilanci di Cervicati e San Marco Argentano emerge, inoltre, che in passato si è ricorso a indebitamento, con conseguente pagamento degli interessi legati ai prestiti (solo nel 2017 Cervicati e San Marco Argentano hanno pagato, rispettivamente, circa 128 mila euro e 58 mila euro di interessi su prestiti pregressi, per un totale di ben 186 mila euro). Su un investimento decennale, per esempio, di 1 milione di euro finanziato a prestito, il nuovo comune pagherebbe poco meno di 300 mila euro di interessi. Se l’investimento fosse finanziato col bonus, il beneficio per l’ente e per i cittadini sarebbe legato al mancato pagamento degli interessi sul debito, il cui ammontare potrebbe essere utilizzato per altre finalità.

È interessante osservare, infine, che nel caso in cui questa finanza addizionale fosse in parte utilizzata a mò di co-finanziamento in progetti finanziati da altri enti (Regione Calabria, ministeri, Unione Europea) i benefici ulteriori potrebbero essere almeno due. Il primo guadagno è legato al semplice accesso al bando: nello scenario attuale, la liquidità libera da impegni nei bilanci dei due comuni non consente di accedere a bandi in cui sono previste quote di co-finanziamento. In secondo guadagno è dovuto all’effetto “leva” di ogni euro del bonus utilizzato per co-finanziare progetti (auspicabilmente) approvati e finanziati. La nuova finanza aumenta, quindi, i gradi di libertà su come finanziare un intervento. Evidente è anche l’effetto moltiplicatore del valore monetario del bonus dovuto al potenziale uso del co-finanziamento.

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