Il programma Garanzia Giovani (GG) dell’UE ha come obiettivo principale il contrasto della disoccupazione giovanile. Dall’avvio del programma, avvenuto nel mese di Giugno del 2013, fino ad oggi, l’UE ha stanziato in sinergia con gli Stati Nazionali, circa 13 miliardi di Euro da utilizzare nel periodo 2014-2020. Oggi siamo a metà percorso dell’intervento e, quindi, appare, utile avviare qualche considerazione sull’efficacia del progetto. Questa nota esamina alcuni dati delle iscrizioni a GG per regione e focalizza l’attenzione sulla mobilita dei NEET calabresi.
Garanzia Giovani in Italia Secondo i dati pubblicati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, al 16 Febbraio 2017, i giovani che hanno aderito al programma sono 1,279,826 che diminuiscono a 1,098,329 al netto delle cancellazioni. Circa il 70% degli iscritti (870,598) sono stati presi in carico dai centri che si occupano di Servizi per l’Impiego e di questi, oltre il 78% ha ricevuto almeno una proposta di lavoro. Sebbene si tratti di numeri elevati, non è ancora possibile stimare quanti iscritti hanno formalmente accettato le proposte dei CPI, né è possibile comprendere quante forme contrattuali di GG si sono trasformate in contratti lavorativi effettivi. I dati ministeriali, però, consentono di effettuare qualche riflessione sulla “geografia” delle registrazioni.
Per esempio, è possibile classificare le registrazioni al programma per singola regione di residenza (fig. 1). E’ utile ricordare che uno dei vantaggi di GG è che offre la possibilità di iscriversi e usufruire di proposte in qualsiasi regione italiana, senza alcuna restrizione legata alla residenza. Un giovane calabrese può e potrà, quindi, decidere di iscriversi al programma GG presso un CPI della nostra regione così come presso un CPI di qualsiasi altra località italiana. L’unico vincolo, al momento, è di poter usufruire solo una volta dei vantaggi del programma. La figura 1 mostra che la Calabria risulta essere la decima regione italiana per numero di iscritti al programma. Questa classifica è guidata da Sicilia, Campania e Lombardia. All’estremo opposto si collocano le province autonome di Trento e Bolzano e la Valle d’Aosta. I giovani calabresi iscritti al programma sono oltre 63mila, ossia il 5% del totale nazionale.
La mobilità dei NEET calabresi Poiché ogni beneficiario del programma non ha limitazioni su dove iscriversi, è utile verificare la mobilità dei NEET calabresi. I fattori che possono motivare la scelta di far parte di GG in altre regione sono molti, alcuni dei quali hanno certamente a che fare con la percezione di maggiori prospettive occupazionali e con la maggiore fiducia di collocarsi in settori più vicini ai propri interessi e ai propri percorsi formativi. I giovani calabresi che hanno deciso di utilizzare GG fuori regione sono poco meno di 21mila, ossia circa un terzo del totale regionale. Poco meno del 55% (11287 iscritti) sono maschi, mentre le donne sono 9417, equivalenti al 45,48% degli iscritti fuori regione. Le regioni a maggiore frequenza di calabresi iscritti a GG sono Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Toscana e Piemonte. La regione meno ambita è il Molise. Di particolare interesse è la presenza di 1071 giovani NEET calabresi iscritti in Sicilia (Tabella 1).
La sintesi Le carenti opportunità lavorative in Calabria e la flessibilità del programma GG spingono molti NNET calabresi ad avviare un percorso lavorativo fuori regione. I luoghi più attrattivi sono quelli più dinamici sia in termini di maggiori capacità di assorbimento di forza lavoro totale, sia in termini di più elevate prospettive occupazionali per i giovani (Istat 2017). Se fosse confermata la regolarità empirica che i mercati del lavoro extra-regionali garantiscono una maggiore trasformazione in posti di lavoro stabili delle posizioni lavorative transitorie, anomale e atipiche, avremmo che chi ha scelto di utilizzare GG fuori regione riceverebbe un premio occupazionale. Il che, da un punto di vista delle scelte individuali, sarebbe una soluzione ottimale. Tuttavia, a livello aggregato, dovremmo contabilizzare un nuovo canale di fuga dalla Calabria, con l’aggravante di registrare un ulteriore peggioramento della dimensione di forza lavoro giovanile su cui la crescita regionale dovrebbe necessariamente far leva nei prossimi decenni.