Gruppi di Azione Locale (GAL). Stare in prima linea nella gestione dello sviluppo del territorio

Il recente rapporto SVIMEZ (Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno) descrive la drammatica situazione economica e sociale vissuta oggi nelle regioni del Mezzogiorno, mostrando inoltre previsioni sugli andamenti futuri ancora più preoccupanti (SVIMEZ, 2019). Il divario economico e sociale non è solo interno al nostro Paese, ma anche tra quest’ultimo ed il resto d’Europa. Quello che SVIMEZ definisce un “doppio divario” porta oggi il Mezzogiorno ad essere “periferia della periferia”. Due aspetti ci colpiscono in particolare. Il primo riguarda lo spopolamento del Mezzogiorno con l’aggravarsi del fenomeno nelle aree rurali. Il secondo è invece collegato ai risultati negativi registrati dal settore agricolo. Nel 2018, il valore aggiunto di questo settore è diminuito del -2,7% al Sud mentre nel Centro-Nord è aumentato del 3,3%. La decrescita del settore agricolo è stata addirittura del -4,2% in Sicilia.

Dalla lettura del rapporto SVIMEZ, emerge quindi in modo chiaro l’elevato rischio di marginalità al quale sono esposte le area rurali del Mezzogiorno. In un simile scenario, acquista ancora più valore il ruolo strategico dei Gruppi di Azione Locale (GAL) per la gestione dello sviluppo territoriale. Seguendo l’approccio LEADER (Liaison Entre Actions de Développement de l’Economie Rurale) per lo sviluppo delle zone rurali, i Gruppi di Azione Locale, pur non essendo organismi pubblici, svolgono una funzione pubblica di dimensione sovra-comunale che può assolvere ad un ruolo di fondamentale importanza quale punto di incontro e legittimazione reciproca delle diverse componenti del sistema locale e di costruzione di relazioni di fiducia. L’idea è quella di una gestione dello sviluppo locale fondata sulla collaborazione tra soggetti istituzionali ed operatori privati che insistono sul territorio. Le azioni di sviluppo dovrebbero portare, in una epoca di apertura delle economie nazionali, al rafforzamento dei rapporti sociali, delle filiere produttive locali e delle identità culturali dei territori (Becattini, 2009). I GAL, essendo attori economici che operano in “prima linea” nei territori, dovrebbero essere quindi capaci di convogliare i finanziamenti pubblici verso azioni realmente strategiche per lo sviluppo locale. Al fine di massimizzarne l’efficacia, sembra inoltre essere necessario un certo coordinamento tra le azioni di sviluppo dei diversi GAL, operando questi in territori contigui che si influenzano a vicenda. Oggi, ad esempio, sembra interessante il tentativo di aggregazione di alcuni Gruppi di Azione Locale in sovra-strutture con specifiche finalità come, ad esempio, nel caso delle Destination Management Organization (DMO) per il settore del turismo.

Azioni di sviluppo locale sono state implementate e sono attualmente in corso in molti contesti regionali italiani ma, di certo, la Sicilia è stata e continua ad essere uno dei laboratori più interessanti. La Sicilia è una regione pienamente coinvolta nella programmazione negoziata con tutti gli strumenti di policy disponibili (GAL, FLAG, Autorità Urbane, Aree Interne, Distretti Turistici, Agenzie di Sviluppo Locale, etc.). A titolo esemplificativo, riportiamo di seguito alcune attività progettuali realizzate in Sicilia da quattro GAL cooperanti (Metropoli Est, ISC Madonie, NatIblei e Sicani), i cui risultati sono stati di particolare rilevanza per lo sviluppo e la valorizzazione dei territori rurali di pertinenza:


Bibliografia

SVIMEZ (2019). Rapporto SVIMEZ 2019 sull’economia e la società del Mezzogiorno. http://lnx.svimez.info/svimez/wp-content/uploads/2019/11/rapporto_svimez_2019_sintesi.pdf.

Becattini G. (2009).  Ritorno al territorio.  Il Mulino.

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