L’accesso ad internet dei cittadini, il suo utilizzo nel commercio e nei rapporti con la pubblica amministrazione
Di Francesco Foglia
Tra le sette più importanti iniziative della strategia Europa 2020 fissate dalla Commissione Europea, l’agenda digitale riveste un ruolo prioritario, poiché consente di sfruttare il potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e, in tal modo, incentivare l’innovazione e la crescita economia dell’UE. Le azioni da intraprendere nell’ambito dell’agenda digitale sono principalmente finalizzate a promuovere l’accesso veloce ad internet a bassi prezzi e in ogni territorio, ed a migliorare l’alfabetizzazione, le competenze e l’inclusione nel mondo digitale. Benché internet rappresenti una risorsa importante nella vita quotidiana dei cittadini europei, ancora si osservano notevoli disparità digitali, infrastrutturali e di conoscenza tra le varie regioni europee.
Per misurare le prestazioni digitali e seguire l’evoluzione degli Stati membri UE in materia digitale, la Direzione Generale CONNECT della Commissione Europea ha sviluppato un indice della competitività digitale, denominato Digital Economy and Society Index (DESI). L’indice viene calcolato annualmente in base a cinque principali dimensioni del fenomeno, ovvero la connettività, il capitale umano, l’accesso ad Internet, l’integrazione della tecnologia digitale e i servizi digitali pubblici. Nel 2014 L’Italia si colloca al 25° posto su 28 Stati membri, rientrando, quindi, nel gruppo di paesi a bassa performance.
A livello di copertura, ad esempio, l’Italia presenta la seconda peggiore performance nell’UE, mentre la percentuale delle famiglie abbonate alla banda larga è la più bassa in Europa – ossia il 51% – di cui solo il 3,8% con velocità superiore a 30 Mbps. Una causa della scarsa adozione della banda larga potrebbe essere la popolarità della telefonia mobile (l’Italia è al nono posto nella UE con 97 milioni di abbonamenti attivi), preferita alla connessione fissa anche per la possibilità immediata di accesso a piattaforme di relazione e conversazione online, oltre che per ragioni economiche. L’indice DESI indica, inoltre, che il 31% degli italiani non ha mai utilizzato internet (la media UE è del 18%): ciò significa che un terzo della popolazione non sfrutta le possibilità offerte da Internet, né può contribuire all’economia digitale.
Al fine di rappresentare meglio il divario digitale persistente all’interno dell’UE, è utile analizzare alcuni dati relativi alle regioni europee, focalizzando l’attenzione sulla Calabria rispetto agli ambiti di accesso alla rete e alla frequenza di accesso, agli acquisti online e all’interazione via web con la pubblica amministrazione.
Accesso alla rete I dati Eurostat mostrano che in Calabria la percentuale di residenti che hanno accesso ad internet è aumentata in pochi anni del 10%, passando dal 53% del 2010 al 63% del 2014. In Italia l’incremento è stato del 14% (dal 59% al 73%). Persiste, dunque, allo stato attuale, un divario del 10% tra la Calabria e la media nazionale in termini di frequenze relative di accessi alla rete. A livello europeo, emerge che la Danimarca è il paese con la proporzione più alta di residenti che hanno accesso alla rete (93 su 100). Su base sub-nazionale il dato più alto si ha nel caso della regione danese Zeeland, nella quale solo una persona su 100 è sprovvista di accesso a internet.
Frequenza di accesso Un indicatore molto importante per analizzare l’utilizzo di internet da parte degli utenti è la frequenza di accesso, espressa come percentuale di individui che accedono alla rete almeno una volta a settimana. Il differenziale tra la Calabria e l’Italia è, anche in questo caso, di 10 punti in percentuale. Nel 2014 in Italia, il 59% degli individui ha utilizzato la rete con frequenza almeno settimanale, mentre in Calabria questa quota è pari solo al 49%. Di contro, la regione con la maggiore frequenza è Oslo og Akershus, che con il 98% registra un valore esattamente pari al doppio di quello osservato in Calabria.
E-commerce Nel 2014 solo 13 calabresi su 100 hanno ordinato beni o servizi per utilizzo privato tramite internet. Il fenomeno è, comunque, in crescita (+4% rispetto al 2010), ma il divario con il resto d’Italia e, soprattutto, con le altre regioni europee è molto ampio (Grafico 1). In particolare, gli italiani che nel 2014 hanno acquistato tramite il commercio elettronico sono il 22%, ossia un valore significativamente più basso di quello registrato in Danimarca (78%). A livello regionale, la performance migliore sugli acquisti in rete nel 2014 (84% della popolazione) è stata registrata nella regione danese Hovedstaden, che distanzia la Calabria di quasi 70 punti percentuali.
Internet e Pubblica Amministrazione L’Eurostat fornisce anche i dati dell’utilizzo di internet nelle interazioni con la Pubblica Amministrazione (nel senso più ampio di Public Authorities) in due accezioni: la generica interazione tra cittadino e PA (accesso ai portali istituzionali, download di documenti, richiesta di informazioni etc.) e l’invio di moduli completi alla PA (candidature a concorsi pubblici in via telematica, dichiarazione dei redditi in autonomia, pagamento telematico di imposte etc.). In entrambi i casi, la Calabria si posiziona in fondo alla classifica regionale. Solo il 15% dei cittadini calabresi, infatti, interagisce tramite internet con le autorità pubbliche e solo l’8% invia alla PA un modulo telematico completo.
Nel 2011 la percentuale sull’interazione era al 16%, nel 2012 è scesa al 14% e al 13% nel 2013, per poi risalire al 15% nel 2014. Il dato italiano sulle interazioni fluttua attorno al 23%, mentre gli italiani che completano un form indirizzato alle PA rappresentano solo l’11% della popolazione (Grafico 2). Anche per questi ultimi due indicatori, gli internauti più assidui che si rivolgono in maniera completa alle autorità pubbliche sono i residenti nella regione danese Hovedstaden, nella quale quasi 9 cittadini su 10 hanno usato internet per interagire con la PA e più di 7 su 10 hanno inviato un form completo agli enti pubblici.
Agenda Digitale Calabria Attraverso le risorse finanziarie dei Fondi Strutturali 2007-2013, la Regione Calabria ha effettuato cospicui investimenti sull’Agenda Digitale. Le informazioni sono estratte dalla banca dati OpenCoesione, da cui sono stati estratti gli 80 progetti di ammontare superiore ai 100.000 euro. I cinque progetti più importanti in ordine al finanziamento ottenuto riguardano la Banda Ultralarga (il soggetto attuatore è Telecom Italia SpA) – cui sono destinati 65 milioni di euro – i Nuovi Sistemi di videosorveglianza (45,5 milioni di euro ), Banda Ultralarga e sviluppo digitale seconda fase (38 milioni di euro), il Sistema Informativo Sanitario Regionale (24 milioni di euro) e il Programma Banda Larga nelle aree sottoutilizzate del Paese che prevede la realizzazione di infrastrutture in fibra ottica (11,8 milioni euro).
Discussione I dati Eurostat sottolienano la presenza di un sostanziale ritardo della Calabria rispetto a molti indicatori relativi all’accesso e all’utilizzo della rete. Questa evidenza empirica è confermata anche quando si considera la distribuzione della popolazione per fascia di età. Confrontando la Calabria con la regione danese di Hovedstaden si osserva che le principali differenze della popolazione riguardano la fascia di età superiore a 60 anni – che in Calabria equivale al 24,32% della popolazione, mentre pesa il 39,94% nella regione della Danimarca. Ciò induce a pensare che i ritardi digitali osservati in Calabria non sono legati ai potenziali vantaggi anagrafici delle regioni più performanti. Al contrario, l’incidenza degli anziani è minore in Calabria.
Volendo pensare ad un “mercato” della connettività, è importante distinguere gli interventi dal lato dell’offerta da quelli che incidono sulla domanda. Certamente il miglioramento della dotazione delle infrastrutture rappresenta una prima importante fase per migliorare il funzionamento di questo mercato. A parità di altre condizioni, l’assenza di infrastrutture vincola gli accessi e, quindi, contribuisce a spiegare i divari osservati in Calabria. Questo ragionamento giustifica la progettualità avviata in Calabria per incrementare le infrastrutture di accesso. Tuttavia, la mera azione dal lato dell’offerta può essere inefficace se non affiancata da interventi dal lato della domanda. Su questo fronte è ragionevole affermare che c’è bisogno di migliorare le competenze digitali dei cittadini: il basso livello di uso di internet registrato in Calabria, sia per scopi privati che per i rapporti con la PA, dipende, infatti, dalle basse competenze digitali. Appare necessario, dunque, intraprendere azioni di alfabetizzazione digitale sia in base a specifici target di popolazione residente sia in base alle professioni svolte (specialmente all’interno della PA), nonché migliorare la fruibilità dei servizi delle autorità pubbliche, la cui attuale architettura burocratica complica o addirittura ostacola i rapporti via web con i cittadini.