Innovazione Sociale in Calabria: l’esperienza di RisorgiMenti.Lab

di Simona Sità e Francesca Saraco*
L’attenzione istituzionale ai temi dell’innovazione sociale. L’innovazione sociale entra a far parte del programma della Commissione Europea nel 2008. Ad oggi, come già argomentato, non esiste una definizione assoluta su cosa sia l’innovazione sociale, ma è possibile affermare che tutte le attività che generano cambiamenti negli schemi di interazione sociale possono essere considerate innovazioni sociali.

La programmazione 2014/2020 della Commissione Europea assegna all’innovazione sociale un dominante ruolo tra le priorità da perseguire in Europa nei prossimi anni. Tra le più importanti azioni già programmate rientrano la piattaforma europea contro la povertà e l’esclusione sociale, i pacchetti per l’imprenditoria sociale, per l’innovazione sociale e l’occupazione, l’agenda digitale, la nuova politica industriale, il partenariato europeo per l’innovazione nell’ambito dell’invecchiamento attivo e in buona salute e, non ultima, la politica di coesione. Evidentemente, anche la programmazione dei fondi comunitari predisposta dalla Regione Calabria risenta degli indirizzi generali provenienti dalla Commissione Europa. Infatti, il POR Calabria 2014/2020 supporterà programmi e iniziative dirette a promuovere un’economia sociale più competitiva, sostenibile e inclusiva. La Regione ha scelto di non prevedere un asse dedicato all’innovazione sociale, ma guardando la documentazione prodotta dalla Regione Calabria, si osserva che il tema dell’innovazione sociale rientra in modo trasversale negli Obiettivi Tematici 1-7 del POR Calabria e, in modo specifico, negli Obiettivi Tematici 9 “Inclusione Sociale” e 10 “Istruzione e Formazione”. Ai programmi di innovazione sociale la Regione Calabria destina in totale 32.4 MLN di euro.

La recente esperienza e l’esperienza di RisorgiMenti.Lab Nel ciclo di programmazione 2007-2013, gli interventi più rilevanti in questo settore sono stati realizzati con i fondi del PON REC gestiti dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, che ha attivato una specifica misura a sostegno dei progetti nelle regioni convergenza attraverso il bando Smart Cities and Communities and Social Innovation. Il bando è stato pubblicato il 2 Marzo 2012, le procedure di selezione si sono concluse nel mese di Maggio, con l’avvio delle attività nel mese di Settembre. Le proposte ammesse sono state 56, con un impegno complessivo di 49,24 MNL di Euro. I dati relativi alla Calabria sono di 14 progetti finanziati per un totale di 12,47 MLN di Euro.

RisorgiMenti.Lab, finanziato con 1,8 MNL di euro, è uno dei 14 progetti avviati in Calabria. Il progetto è stato realizzato dall’Associazione Aniti – Impresa sociale, costituita da 14 giovani calabresi laureati in discipline tecniche, economiche e sociali. Si tratta di un ambiente di collaborazione che supporta la creazione di forme di aiuto reciproco, lo scambio di conoscenza, la trasferibilità delle buone pratiche e la realizzazione di progetti comuni. La collaborazione può avvenire sia in rete sia nella vita reale. Da un punto di vista più operativo, RisorgiMenti.Lab è organizzato in Laboratori Territoriali e Tematici di innovazione sociale che costituiscono gli ambienti per la creazione di reti sociali e la collaborazione tra cittadini, istituzioni, associazioni, ed imprese. L’obiettivo generale di questi Laboratori è progettare, realizzare e valutare in maniera partecipata e condivisa attività di Innovazione Sociale in grado di dare risposte adeguate ai bisogni sociali. Le attività del progetto si sono concretizzate nelle seguente azioni: partecipazione civica, concorsi di idee, progettazione Partecipata, crowd-funding, baratto e banca del tempo e valorizzazione di beni inutilizzati.

Le attività di RisorgiMenti.Lab – Il modulo di Partecipazione Civica favorisce le riflessioni collettive e facilita la partecipazione attiva dei cittadini alla vita delle comunità, contribuendo sia alla costruzione di reti sociali più forti sia alla crescita delle comunità locali. I concorsi di idee permettono di raccogliere proposte per l’utilizzo di beni e spazi pubblici inutilizzati, di sostenere idee innovative e di valorizzare la creatività dei cittadini e metterla a servizio del proprio territorio. Il modulo concorsi di Idee ha consentito, per esempio, di realizzare il Concorso Art Make Community e stimolare la cultura e la cura degli spazi del quartiere universitario Maisonettes dell’Unical. Al concorso hanno partecipato 7 soggetti, l’idea vincitrice ha permesso di rigenerare la lavanderia del centro residenziale attraverso un’apposita segnaletica con materiale di riciclo. Nell’ambito del Laboratorio di Innovazione Sociale Cosenza–Rende è stato promosso il concorso di idee “Immagina, trasforma, progetta la Cittadella dello Sport” con l’obiettivo di proporre un percorso di riqualificazione partecipata dell’area delle Cupole Geodetiche, attraverso il coinvolgimento della comunità in un processo pubblico ed uno sforzo creativo comune. Al concorso hanno partecipato 36 soggetti tra architetti emergenti, studenti e giovani progettisti. La progettazione partecipata permette di progettare in maniera collaborativa all’interno dei Laboratori e dei Progetti di Innovazione Sociale. A supporto di tale azione vi sono i servizi di coworking che consentono di organizzare e realizzare le attività attraverso i seguenti strumenti: Agenda, Bacheca, Block Notes, Documentazione, Forum di Discussione, Mail, Piano di Lavoro, Rubrica Utenti. Il Modulo di Crowdfunding, progettato per facilitare il reperimento di risorse economiche che spesso possono frapporre un muro tra la volontà e la possibilità di realizzare un progetto, è stato utilizzato dalla Fondazione Trame per raccogliere le risorse economiche per la realizzazione del Festival dei “Libri sulle Mafie”. Un’azione che ha permesso la raccolta di circa 11.000 euro e che è stata possibile proprio grazie alla capacità del Festival di costruire una comunità civile e sociale. Il Baratto e Banca del Tempo cerca di riaprire le porte alla solidarietà, di contribuire alla risoluzione di tanti piccoli problemi quotidiani, di supportare i Progetti attraverso lo scambio di beni e servizi all’interno di uno spazio solidale che utilizza i crediti come moneta alternativa. La sperimentazione è stata avviata all’Unical per contribuire a dare slancio a nuove forme di socialità fondate su scambi di beni e servizi non mediati dal denaro e facilitare la vita degli studenti aumentando, nel contempo le relazioni all’interno della comunità accademica. Il modulo per la Gestione di Beni Inutilizzati contribuisce alla mappatura di alcuni beni pubblici e privati avviando allo stesso tempo percorsi virtuosi di valorizzazione, consentendo alle comunità di fruire di nuovi servizi collettivi e creare occupazione qualificata per giovani e non. Il percorso intrapreso con i Laboratori di Innovazione Sociale si snoda tra diversi territori a partire dall’osservazione partecipante della vita di comunità: all’interno di un paese, una città, un quartiere, un’università, una scuola, luoghi di socialità e di scambi relazionali, dimensioni ideali per praticare le forme ed i metodi dell’Innovazione Sociale, e migliorare il benessere di tutti. Le risposte ai bisogni sociali, infatti, sono più efficaci e durature se tenute insieme dalla forza delle relazioni sociali e dal cambiamento complessivo dei valori: maggiore solidarietà, più condivisione di responsabilità e sviluppo della capacità delle comunità locali di incidere sui propri contesti. Attraverso i laboratori territoriali è stato diffuso il concetto di innovazione sociale, un processo di ideazione, sostegno e attuazione di nuove soluzioni a bisogni sociali che si fonda su reti e modelli di interazione e si attua in diverse forme di imprenditorialità̀. I laboratori hanno, inoltre, consentito di promuovere la cultura e la consapevolezza dell’innovazione sociale, di sostenere lo sviluppo delle comunità̀ creative e di nuove forme di Sharing economy.

Alcuni progetti – Tra le esperienze di particolare interesse ricordiamo il progetto Art Make Community, il Laboratorio di innovazione sociale del Reventino, i Concorsi di Idee per gli spazi inutilizzati di Borgia e Catanzaro e il Progetto Gedeone. Art Make Community nasce nell’ambito del Laboratorio territoriale della comunità universitaria del campus di Arcavatata di Rende. Dopo la fase di avvio di ricerca-azione è emerso il bisogno di aumentare la capacità di chi vive l’Università di incontrarsi e di superare alcune barriere che separano gli studenti e le studentesse (per discipline o per nazionalità). Da qui, è nata l’azione di rigenerazione degli spazi del quartiere Maisonettes del Centro Residenziale dell’Università della Calabria che ha costituito un’occasione per incontrarsi e stare insieme. Il laboratorio della Comunità Universitaria di Arcavacata si è avviato in seguito a un percorso partecipato, 18 interviste, 10 incontri informali, 3 focus group con gli studenti, 10 contributi dei partecipanti agli incontri e 8 cittadini che hanno svolto la funzione di reporter per raccontare gli incontri Nella comunità del Reventino è stato creato un vero e proprio Laboratorio di Progettazione Partecipata. Sono state realizzate tre mappe di comunità e coinvolte circa 40 Organizzazioni sociali, 3 Amministrazioni comunali, 2 Istituti di Istruzione Secondaria, circa 50 giovani tra partecipanti e volontari. Discussioni, confronti, proposte. Un percorso di partecipazione e progettazione sfociato in tre giorni dedicati all’Innovazione Sociale e all’insegna della creatività, delle opere di street art, della condivisione durante i pranzi di quartiere, della sostenibilità ambientale con gli orti urbani e dell’approfondimento durante i workshop. I Concorsi di Idee per gli spazi inutilizzati di Borgia (Missione Ri-Scatto) e Catanzaro (Sono Spazi Nostri!) sono concorsi di foto idee che hanno coinvolto tanti cittadini e tante cittadine del comune di Borgia e Catanzaro che hanno condiviso uno o più scatti fotografici di spazi e immobili abbandonati o inutilizzati accompagnati da un’idea di come riutilizzarli. Al concorso del Comune di Borgia hanno partecipato 31 soggetti mentre al concorso del Comune di Catanzaro hanno partecipato 18 soggetti. Il Progetto Gedeone è l’esperienza di un bene di immenso valore prima abbandonato e poi restituito alla collettività dalla collettività! Dai ruderi dell’abbazia di Santa Maria di Corazzo – un’abbazia fondata dai benedettini nel XI secolo ricadente nel territorio del Comune di Carlopoli – nasce un progetto di solidarietà, di inclusione sociale che avvicina la comunità locale ai beni culturali. È così che cresce, anche grazie al supporto di Aniti e della Piattaforma RisorgiMenti.Lab, un percorso condiviso di valorizzazione dell’abbazia e degli spazi limitrofi. La replicabilità delle azioni di innovazione sociale e della contaminazione della cultura del cambiamento è testimoniata dal progetto “Laboratori di arte pubblica nei borghi e nei centri storici dell’Area Grecanica”. Il Progetto era finalizzato a creare nuovi luoghi di socialità in un territorio che si presenta come una realtà frammentata e scomposta dal graduale ed inesorabile spopolamento dei paesi. Al fine di coinvolgere attivamente le comunità di riferimento è stato pubblicato il Concorso di Foto-Idee per la valorizzazione degli spazi non utilizzati o abbandonati dell’Area Grecanica.

Discussione – I progetti sono nati a seguito di un’intensa azione di animazione territoriale durante la quale sono stati promossi i principi della cittadinanza attiva, mutuo aiuto e valorizzazione dei beni pubblici e privati. Un processo lungo e ostico, in un contesto in cui persiste da tempo una certa resistenza all’aggregazione, una diffidenza iniziale e un’oggettiva difficoltà “a fare rete” sul territorio tra cittadini, singoli e associati, e istituzioni. Non si tratta di progetti fine a se stessi, con un inizio ed una fine, ma bensì di azioni che hanno una continuità nei territori e generano regolari benefici per la comunità locale. Misurare l’impatto di tali azioni non è semplice. Sulla piattaforma è possibile osservare i progetti e le azioni avviati sui territori, ma non è facile individuarne nell’immediato l’impatto che essi hanno nelle comunità locali, soprattutto se erroneamente si va alla ricerca dell’impatto della tecnologia utilizzata o se si cerca di cogliere quali siano nel breve periodo gli effetti delle azioni sui processi partecipativi. Ciò che è possibile osservare nel breve periodo sono gli effetti tangibili delle singole azioni: la piazza riprende vita; un edificio abbandonato torna ad essere di pubblica utilità; le persone anziane, le donne e i bambini, considerati da sempre i soggetti deboli di una comunità, da meri destinatari di interventi pubblici di assistenza diventano protagonisti e cittadini attivi. Le aree interne, spesso caratterizzate da forte spopolamento, ma custodi di un importante patrimonio storico, da luoghi dimenticati riprendono vita e creano occasioni di occupazione, come ad esempio i progetti di ospitalità diffusa che sempre più vengono avviati nei piccoli e grandi borghi calabresi. I processi partecipativi conducono ad azioni progettuali che mirano a produrre dei miglioramenti graduali che nel tempo possono portare a cambiamenti sociali anche rilevanti. È il “tempo”, dunque, l’elemento che costituisce la chiave di lettura per comprendere l’importanza delle azioni di innovazione sociale avviate sui territori. Anche chi collabora con Aniti e sperimenta RisorgiMenti.Lab lo fa non senza qualche perplessità iniziale dettata dall’oggettiva difficoltà “a fare rete” tra cittadini, singoli e associati, e dal contesto poco propenso alla collaborazione e caratterizzato da forte individualismo di azione. Tuttavia, nel tempo ne riconosce il ruolo importante di acceleratore di condivisione delle idee; un importante strumento per reperire risorse necessarie per la realizzazione dei progetti; uno spazio per poter raccontare e raccontarsi. Ciò che ci si aspetta è che nel lungo periodo le piccole azioni disseminate sui territori diventino dei trainer per lo sviluppo sociale, ed economico delle comunità locali; le persone inizino a interessarsi della res pubblica e a partecipare attivamente alla vita della comunità per trovare le giuste risposte ai bisogni inespressi o insoddisfatti dei cittadini; le Istituzioni si “aprano” a questo nuovo modo di agire al fine di creare “discontinuità̀ di sistema e mettere a regime modalità “più democratiche di governance” [Swyngedouw 2005; González e Healey 2005].

*Laurea Magistrale in Economia Applicata presso l’Università della Calabria
Soci Fondatori dell’Associazione Aniti – Impresa Sociale

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