Integrazione tra piattaforme digitali e community specializzate per individuare aree di sviluppo turistico. Un’applicazione nel settore gastronomico: il caso TIPICS,
Giuseppe Quattrone1, Martina di Bartolomeo1, Antonio Spanò2
1Fondazione Organismo di Ricerca GTechnology, 2Marketing&Consulting
Sommario. La cultura enogastronomica è diventata negli ultimi anni uno dei fattori chiave per lo sviluppo del settore turistico dei territori. In tal senso, l’attrattività di una destinazione turistica dipende dalla capacità di raggiungere vantaggi competitivi attraverso la gestione di prodotti enogastronomici di alta qualità in grado di genere esperienze e valore aggiunto per i turisti come, ad esempio, la possibilità di degustare varietà di prodotti locali in aree a valenza storico-culturale, scoprire le pratiche di preparazione delle comunità ospitanti, entrare in stretto contatto con la tradizione culturale del posto. La sostenibilità di strategie di sviluppo basate su questo approccio dipendono fortemente dalla presenza di comunità specializzate in grado di favorire l’integrazione tra la produzione enogastronomica e territorio e dalla presenza di strumenti che consentono la co-creazione di contenuti per il conseguimento di nuovi vantaggi competitivi. Con questo lavoro è stata utilizzata una piattaforma digitale per la creazione di una community dedicata alla valorizzazione delle tipicità e delle eccellenze alimentari italiane attraverso la quale è possibile identificare cluster turistici e percorsi enogastronomici adottando un algoritmo che integra i dati relativi alla struttura di offerta enogastronomica sul territorio con il flusso di dati relativo alla domanda di prodotti e servizi nello stesso settore. I risultati di questa applicazione consentono di identificare aree di sviluppo non ancora mappate da strumenti di osservazione convenzionale, grazie a un modello di elaborazione dei dati che si basa sull’interazione tra la domanda e offerta generata dalla community.
Keyword: turismo gastronomico, digital community, prodotti tipici locali, geografic information system (GIS), georeferenziazione, geolocalizzazione
1. Introduzione. Secondo la World Tourism Organization (UNWTO), l’industria del turismo è un uno dei settori in grado di fornire un significativo contributo alla crescita e allo sviluppo economico di molti paesi. Il 2017 in particolare è stato un anno record per il turismo internazionale dove le destinazioni in tutto il mondo hanno accolto 1.323 milioni arrivi di turisti internazionali, circa 84 milioni in più rispetto al 2016 ed entro il 2030, l’UNWTO ha previsto che 1,8 miliardi di turisti viaggeranno in tutto il mondo[1].
Il turismo gastronomico, considerato un sotto settore del turismo culturale, è diventato negli ultimi anni uno dei fattori chiave per lo sviluppo del settore turistico in molti Paesi. La World Tourism Organization (UNWTO) assieme all’affiliata Basque Culinary Center identificano il turismo gastronomico come “a type of tourism activity which is characterized by the visitor’s experience linked with food and related products and activities while travelling. Along with authentic, traditional, and/or innovative culinary experiences, Gastronomy Tourism may also involve other related activities such as visiting the local producers, participating in food festivals and attending coking classes. Eno-tourism (Wine Tourism), as a sub-type of Gastronomy Tourism, refers to tourism whose purpose is visiting vineyards, wineries, tasting, consuming and/or purchasing wine, often at or near the source”. Tale definizione è evidentemente legata alla presenza di fattori geografici, climatici e culturali unici legati a specifiche produzioni agroalimentari che diventano veicolo di rafforzamento identitario e contribuiscono ad accrescere il valore dell’esperienza turistica [2].
In questo contesto, la competitività di una destinazione turistica dipende dalla capacità del sistema di offerta di raggiungere vantaggi competitivi attraverso la gestione di prodotti enogastronomici di alta qualità. Proprio per questo motivo, numerose nazioni dell’Unione Europea si sono dotate di strumenti in grado di riconoscere questa tipologia di prodotti assicurando la tutela sia dei produttori sia dei consumatori attraverso marchi di qualità. A riguardo, l’Italia è il Paese con il maggior numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine e a indicazione geografica riconosciuti dall’Unione europea (823 di cui 299 agroalimentari e 524 – anno 2019) e vanta ben 5.155 prodotti agroalimentari tradizionali (PAT) censiti dal Ministero delle Politiche Agricole, alimentari, forestali e del turismo (anno 2019) distribuiti sul tutto il territorio nazionale come riportato
Nonostante i numerosi interventi tesi alla valorizzazione del patrimonio enogastronomico locale, applicazioni concrete di politiche di sviluppo in questo settore sono ancora prevalentemente legate a un approccio settoriale dove gli sforzi di creazione di valore sono concentrati su specifici prodotti o servizi anche se offerti all’interno della stessa destinazione turistica. Strategie di questo tipo si sono rilevate nel tempo poco adeguate a uno sviluppo di sistema della destinazione, orientando, quindi, la ricerca verso nuovi approcci più orientati alla collaborazione intersettoriale.
Sono recenti alcune iniziative che stimolano opportunità di crescita facendo leva sull’interazione tra competenze diverse sul territorio che possono essere fonte di innovazione. Secondo questo approccio, basato sul concetto di “varietà contigua” (related variety), l’idea che esistano dei vantaggi collegati alla concentrazione delle attività nello spazio non è più sufficiente per dare conto della crescente necessità di pensare a processi di trasformazione, ricombinazione e mutazione delle attività economiche. Il concetto di varietà industriale diventa importante in presenza di complementarietà e contiguità delle competenze presenti su un territorio allorquando facilitano lo scambio di informazioni e contaminazioni tecnologiche (knowledge spillovers) [3].
Lo sviluppo di comunità specializzate in differenti ambiti di offerta turistica gastronomica rispondono a tale esigenza in quanto favoriscono la creazione di nuove traiettorie di sviluppo basate su ricombinazioni di conoscenze già esistenti. La loro efficacia in questo caso è legata allo sviluppo di strumenti innovativi, come ad esempio le piattaforme di interscambio tecnologiche [4], che facilitano l’interazione tra soggetti con conoscenze e competenze complementari. Questo articolo fornisce un esempio di sviluppo di una digital food community attraverso cui è possibile elaborare informazioni caratterizzanti l’offerta di prodotti/servizi complementari del settore enogastronomico, geo.referenziati rispetto al territorio di appartenenza, integrandoli con i dati relativi alla domanda di prodotti e servizi geo-localizzata nella stessa area.
2. Review della letteratura. Il crescente interesse per il turismo enogastronomico è dimostrato da numerosi studi che considerano la cucina e la produzione agroalimentare tipica come fattori discriminanti il comportamento di acquisto come la scelta della destinazione turistica e il periodo di permanenza dei visitatori [5,6,7].
Il settore del turismo alimentare è diventato nel corso del tempo un segmento emergente del mercato turistico grazie a un maggiore grado di diversificazione dell’offerta. Ne sono esempi la crescente richiesta di visite ai produttori di alimenti, l’accesso e la partecipazione ai processi di produzione e preparazione dei prodotti, la possibilità di vedere dal vivo come viene preparato un determinato piatto, la partecipazione a festival gastronomici e itinerari turistici slow e molto altro. Tale varietà di offerta può essere osservata anche alla luce delle varie denominazioni che questa tipologia di esperienza assume: turismo culinario, turismo gourmet, turismo del vino, turismo del gusto, sebbene quella di turismo gastronomico sia considerata quella più diffusa nel settore [8].
Secondo Nummedal & Hall (2006) quando si parla di cibo locale non ci si riferisce solo a prodotti coltivati localmente, ma bisogna considerare anche materie prime e ingredienti anche al di fuori dell’area di produzione, che però vengono lavorati localmente. In questo caso, il prodotto è considerato autentico di una particolare comunità quando questo, in termini di preparazione, stili di cottura e uso degli ingredienti principali, viene tramandato di generazione in generazione [9].
Da questi studi appare evidente come la comunità che ruota attorno al settore del turismo gastronomico, fatta di specializzazioni differenti (produttori di materie prime, ristoratori, formatori, promotori, etc.), rivesta un ruolo chiave nello sviluppo del territorio [8]. Tosun (2000) definisce i partecipanti di una comunità nello sviluppo delle destinazioni turistiche come una forma di attività in cui i singoli attori assieme a una serie di opportunità assumono anche la responsabilità del suo funzionamento attraverso la partecipazione attiva [10]. Chiffoleau (2009) sottolinea l’importanza del coinvolgimento delle comunità locali in quanto consentirebbe agli imprenditori del posto di essere economicamente e socialmente sostenibili grazie a una maggiore diversificazione dell’esperienza turistica, l’estensione della stagioni turistiche e il conseguente incremento della spesa media sostenuta dai visitatori [11]. Raji M. et al (2017) in un loro studio hanno esplorato la possibilità di creare una comunità per lo sviluppo delle destinazioni turistiche rurali in Malaysia puntando sui prodotti locali come fattori determinanti la crescita [12].
In risposta a tale esigenza, il concetto di comunità locale è ben rappresentato dalle nuove community digitali dove, in particolare nel turismo gastronomico, gli utenti diventano parte attiva nella generazione di nuovi contenuti attraverso ad esempio il food blogging, recensioni alimentari su siti specializzati social network e piattaforme di condivisione on line [13,14,15]
3. Materiali e metodi. Per la realizzazione del presente lavoro è stata in una prima fase creata la community dedicata al mondo del cibo, denominata TIPCS, in una seconda fase si è proceduto alla realizzazione della piattaforma tecnologica in grado contenere tutte le informazioni relativa alla domanda/offerta di prodotti e servizi del settore enogastronomico nonché di quelle relative alla loro localizzazione geografica.
- Creazione di una digital community platform per settore food
La piattaforma denominata Tipics è community dedicata alla valorizzazione delle tipicità e delle eccellenze italiane che nasce in Calabria con lo scopo di mantenere viva la tradizione enogastronomica di tutto il territorio nazionale attraverso la creazione, la condivisione e lo scambio di informazioni ed esperienze tra gli utenti iscritti. Il focus principale della community è raccontare tutto ciò che si “nasconde” dietro il prodotto: la sua storia, le tradizioni produttive, il territorio. La piattaforma, inoltre, è stata progettata per raccogliere i contributi di tutti gli appassionati del cibo e delle tipicità italiane, rivolgendosi a tutte le tipologie di utenti curiosi di scoprire i sapori della tradizione italiana, regione per regione.
La community prevede il coinvolgimento dei principali attori del settore food: aziende, chef, giornalisti enogastronomici, food blogger, travel blogger, media maker, sommelier, istituti alberghieri, ma anche singoli individui curiosi delle tipicità italiane e amanti del settore enogastronomico.
La strategia della community è quella da un lato, di promuovere e valorizzare le piccole e medie aziende agroalimentari italiane, dall’altro consentire a tutte le varie tipologie di utenti di scambiare informazioni utili, consigli, opinioni sui prodotti, ricette, tradizioni e tipicità dei territori fungendo anche da stimolo all’attivazione di collaborazioni tra soggetti.
- Realizzazione del tool di georeferenziazione e geolocalizzazione dei punti di interesse
Dal punto di vista tecnologico, la piattaforma Tipics è stata dotata di un sistema informativo geografico G.I.S. (Geographical Information System) che consente di reperire automaticamente, attraverso rappresentazione/individuazione su mappa, informazioni in merito ad aziende, prodotti ed eventi. Tali informazioni sono rese disponibili agli utenti e possono essere circoscritte alle vicinanze della propria posizione geografica durante la navigazione all’interno del sito. L’intero processo, si basa sulla georeferenziazione dei siti di produzione locale, denominati Food Factory con annessi punti vendita e dei luoghi degli eventi promossi (in corso di svolgimento o di breve inizio) e quindi sulla memorizzazione delle relative coordinate geografiche, successivamente elaborate in tempo reale, per fornire le informazioni in merito a ciò che è presente vicino alla posizione dell’utente.
Partendo da un approccio di tipo topical network è stato realizzato un database che memorizza le posizioni geografiche di produttori o di eventi relazionandole con tutte le informazioni relative agli stessi; l’archivio viene popolato direttamente dagli utenti in fase di compilazione della scheda anagrafica, il semplice inserimento degli/dell’ indirizzi/o avvia un script in grado di rilevare la posizione GPS dello stesso in coordinate geografiche espresse in gradi decimali e quindi l’esatta georeferenziazione.
Lo script interagisce con sistemi geografici esistenti opensource dai quali è possibile processare un indirizzo per ricavarne una posizione in coordinate geografiche secondo necessità. Tale metodo consente di non utilizzare dispositivi GPS dinamici, cioè in grado di rilevare costantemente una posizione, perché essendo l’azienda “statica” e comunque già georeferenziata, attraverso latitudine e longitudine, su altri archivi di dominio pubblico viene meno la necessita di un dispositivo di questo tipo. Al reperimento dell’informazione, tramite inserimento in piattaforma di un indirizzo completo (di una food factory o di un evento), vengono archiviate all’interno della base di dati sia le coordinate geografiche che l’indirizzo inserito dall’utente, entrambe le informazioni saranno utili per modalità differenti nell’applicazione di filtri (query).
La creazione di una base di dati georeferenziata consente l’analisi e il recupero di informazioni che possono essere sia legate alle posizioni dell’utente durante la navigazione nella piattaforma che utilizzate per l’eventuale estrazione di dati predittivi ricavabili da algoritmi da sviluppare ai fini statistici. La geolocalizzazione dell’utente è fornita in modo automatico dal browser sia in caso di navigazione da postazioni fisse che da dispositivi mobile mediante attivazione del GPS. Rilevata la posizione dell’utente è possibile determinare l’area della circonferenza nella quale avverrà la ricerca e il cui centroide sarà proprio la posizione dello stesso utente; grazie all’archiviazione delle coordinate geografiche in gradi decimali è possibile determinare quali punti all’interno del database ricadono nella circonferenza.
Il raggio di ricerca è determinato attraverso la modifica delle ultime cifre decimali delle coordinate dell’utente, definite le minime coordinate (positive e negative) rispetto a quelle che definiscono la posizione dell’utente, è possibile eseguire opportune query all’interno della base di dati per ricavare tutte le occorrenze vicino alla posizione di centroide.
La possibilità di modificare l’ampiezza del raggio è determinata dalla variazione numerica da attribuire (positivamente e negativamente) alle coordinate della posizione dell’utente; tale valore si modifica automaticamente fino a una quota massima predefinita, attraverso ricerche reiterative, al fine di garantire, nel limite del possibile, un numero minimo di occorrenze in relazione alla posizione del centro della ricerca. Inoltre, con l’arricchimento della base di dati, le reiterazioni di ricerca tenderanno a diminuire garantendo risultati più precisi.
Di seguito viene presentato lo schema dei flussi di dati che descrivono il processo:
4. Conclusioni. Il turismo gastronomico è considerato elemento cruciale per la costruzione della brand identity di una destinazione turistica in quanto potenzialmente in grado di accrescere il grado di riconoscibilità della stessa nel vasto mercato del turismo. Tale approccio entra in contrasto con il fenomeno della globalizzazione, fino ad oggi più orientato alla standardizzazione dei prodotti e dei servizi che non alla diversificazione degli stessi attraverso la valorizzazione delle loro caratteristiche distintive. Il concetto base su cui si fonda il turismo gastronomico e da cui si alimenta è costituito proprio dal territorio circostante fatto di persone e fattori ambientali difficilmente replicabili in ambienti diversi. La sfida del settore, in questo senso è rappresentata dalla necessità di collegare gli attori che popolano la comunità: agricoltori, produttori e trasformatori, chef, servizi di ristorazione, industria, organizzatori di eventi, ciascuno con le sue competenze e tradizioni, che assieme contribuiscono a creare la dimensione identitaria del territorio. In tal senso, anche la Food and Agricolture Organization delle Nazioni Unite (FAO) già nel volume pubblicato nel 2009 intitolato “Linking People, Places and Products. A Guide for Promoting Quality Linked to Geographical Origin and Sustainable Geographical Indications” [16] sottolineava l’importanza di collegare cibo, territorio e persone riconoscendo in queste tre dimensioni gli elementi essenziali per uno sviluppo territoriale sostenibile. La piattaforma proposta con questo lavoro è un esempio concreto di integrazione tra strumenti digitali e community specializzate in grado di dare risposta al crescente bisogno di interazione tra produttori, territorio e visitatori fornendo un valido strumento alternativo ai tradizionali sistemi di censimento e mappatura dell’offerta turistica locale.
Bibliografia
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