L’Economista Francesco Aiello parla delle specificità del portale OpenCalabria.com che ha lanciato nell’estate del 2015. Afferma di essersi lungamente interrogato sul ruolo che gli accademici devono svolgere in una regione in cui il dibattito sulle analisi e sulle politiche di sviluppo è povero nei contenuti, infondato nelle analisi e debole nelle indicazioni di policy. «Sono arrivato alla conclusione — dice — che gli economisti di professione debbano riappropriarsi dei loro spazi, che per anni sono stati relegati ad altre professioni».
L’obiettivo di fondo è di spiegare ad un ampio pubblico gli elementi essenziali della struttura e della dinamica economica della Calabria, tentando di mettere ordine al dibattito che, spesso «è confuso, poiché alimentato da false credenze sui meccanismi dei mercati, sugli incentivi degli agenti e sulle funzioni obiettivo dei portatori di interesse».
Professore Aiello, lei è il promotore e fondatore di OpenCalabria.com. Di cosa si tratta?
OpenCalabria è un laboratorio di idee finalizzato alla diffusione della cultura economica in Calabria. L’obiettivo principale è di promuovere la divulgazione economica, tentando di spiegare la complessità dell’economia utilizzando un linguaggio accessibile a tutti.
Pensa che esistano molte persone potenzialmente interessate a queste forme di comunicazione? In genere, le persone guardano all’economia come ad una materia complessa da capire.
Opencalabria nasce soprattutto per sfatare questi falsi miti. E’ vero che la disciplina ha raggiunto livelli esasperati di tecnicismo e di specializzazione, ma la sfida è di considerare la complessità dei nostri modelli come un’opportunità per capire e spiegare meglio l’economia regionale. Crediamo che esistano molte persone interessate a leggere documenti economici scritti da specialisti della disciplina, con un taglio divulgativo, che realizzano analisi e propongono interpretazioni in modo indipendente.
Molte persone mostrano interesse nei confronti di chi si approccia al problema con un minimo di competenza e di capacità analitica. Questa valutazione si basa anche sulla breve esperienza di OpenCalabria, i cui articoli iniziano a essere letti con regolarità da un numero crescente di utenti. L’assunto sottostante l’idea di OpenCalabria, è che di economia debbano parlarne gli economisti (in via prioritaria), mettendo ordine al dibattito, spiegando bene le cose, canalizzando la discussione verso l’essenza delle questioni.
Quale sarebbe la novità?
Beh, la novità è quasi radicale. L’idea è di scardinare una prassi che nel corso del tempo è diventata normale. E’ un fenomeno nazionale, ma nella nostra regione la contraddizione è molto più esasperata rispetto al resto del paese. Mi riferisco al fatto che in Calabria molte altre professioni si sono appropriate della facoltà di studiare la struttura e la dinamica dell’economia regionale, con il prevedibile risultato che le analisi sono deboli, i dibattiti fuorvianti e le decisioni di politica di sviluppo locale diventano teoricamente ed empiricamente non coerenti con le aspettative e i reali fabbisogni della regione. Ma era prevedibile.
E’ come se chiamassi un dentista o un avvocato per rendere più stabile un ponte. Forse dovrei chiamare un ingegnere. E’ come se chiamassi un linguista o un cardiologo per studiare la biodiversità dell’altopiano della Sila o dell’Aspromonte. Forse dovrei chiamare un naturalista. In questa regione, i falsi analisti e commentatori di economia sono ingegneri, chimici, architetti, commercialisti, aziendalisti, medici, linguisti. Credo che sia giunto il momento di arginare questa deriva. Per evitare confusione, per frenare l’azione di facili profezie che diventano eresie quando rientrano nei perimetri dell’analisi economica.
Detta così sembra una difesa della vostra professione.
In apparenza potrebbe essere così, ma vorrei condividere un metodo di lavoro, che è il seguente: in ogni ambito dovrebbe prevalere sempre il principio del perfetto abbinamento tra professioni e fabbisogni, tra competenze e analisi del problema. Lei si farebbe curare una carie da un avvocato? Andrebbe da un notaio per risolvere un problema di sovrappeso?
Immagino di no. Allora perché dovrebbe essere considerata normale la consuetudine di chiedere ad un ingegnere o a un architetto di argomentare sui possibili scenari macroeconomici di questa regione nei prossimi 5-10 anni? Perché dovremmo normalizzare la prassi che di valutazione degli effetti delle politiche per l’innovazione ne discutano gli ingegneri o i commercialisti, che, al contrario, dovrebbero limitarsi a fare un po’ di rendicontazione (bene magari)? Gli esempi potrebbero essere infiniti.
Torniamo al portale. A me ha molto incuriosito il nome che avete assegnato a questo spazio di discussione. Quali sono le ragioni di questa scelta?
Non è stato semplice. Cercavamo qualcosa che fosse di facile memorizzazione e che, al tempo stesso, rendesse esplicita la nostra idea di Calabria. Nel portale spieghiamo nel dettaglio che “Open” caratterizza il portale soprattutto perché vorremmo che la Calabria si “aprisse” alla modernizzazione. Per spiegare meglio ciò che intendiamo fare, abbiamo paragonato la Calabria ad una scatola chiusa, di cui si ignorano i contenuti.
Rimanere chiusi e ancorati a modelli obsoleti è penalizzante, perché essere chiusi rende gli individui necessariamente prudenti. Al buio si cammina a vista, a rilento e senza meta. Si procede a piccoli passi perché non è nota alcuna direzione cui convergere. In questa direzione, OpenCalabria intende capire cosa c’è di buono e da valorizzare all’interno della scatola, di studiare con rigore analitico come combinare al meglio le opportunità del territorio e a definire l’idea di Calabria che vorremmo nel prossimo futuro.
Anche il momento del lancio del portale merita un approfondimento. La scelta dell’estate del 2015 è casuale, oppure è frutto di una scelta ben definita?
Hanno concorso varie ragioni. Alcune personali e professionali: è un’idea che ha avuto una lunghissima gestazione. L’accelerazione coincide con alcuni avvenimenti della scorsa estate che hanno aumentato la consapevolezza di dover fare qualcosa per questo territorio. Massimizzando l’uso divulgativo delle analisi economiche che si svolgono nelle stanze universitarie. Una sorta di servizio offerto ai luoghi dove viviamo e lavoriamo. Inoltre, sapendo che questa regione sta vivendo una fase molto delicata del suo processo di sviluppo, abbiamo scelto di essere presenti – come economisti – nel dibattito delle politiche di sviluppo che si attueranno in Calabria. In questa direzione, OpenCalabria svolgerà, quindi, la funzione di “osservatore” delle scelte di politica economica (nazionale e locale) che avranno effetti sul territorio regionale.
Per quanto detto in precedenza, si tratta di una funzione tanto difficile da svolgere quanto importante, poiché le analisi deboli non servono né alla programmazione né all’implementazione di qualsiasi idea di sviluppo. Mantenendo un profilo altamente tecnico, parleremo di economia e di politiche locali in modo indipendente e autonomo, imponendoci, però, una ben definita regola di lavoro: l’obiettivo sarà la valutazione delle scelte politiche in una dimensione temporale più ampia rispetto alle dinamiche dettate dalle turbolenze elettorali.
Una scelta può avere qualche effetto positivo nel breve periodo (un anno o due), ma essere del tutto inutile nel medio periodo. Poiché per molti decenni si è sempre preferito perseguire obiettivi di brevissimo periodo, legati alle contingenze e ai cicli elettorali, il risultato è di aver reso perenni i deficit strutturali di questa regione. Vorremo che ci fosse qualcuno a parlare e argomentare su questi temi.
Le sembra che un portale possa essere utile per avviare un processo di cambiamento nella definizione di un progetto di sviluppo della Calabria?
Il contributo che può essere offerto da un luogo di discussione è ampio. Nell’attività di divulgazione, OpenCalabria favorisce la conoscenza dei punti di debolezza e le opportunità del sistema socio-economico di riferimento. Il che è già un elemento meritorio di attenzione. L’idea è di migliorare la qualità delle analisi economiche che circolano e che riguardano la Calabria. Essendo, inoltre, un “punto di osservazione” delle strategie di sviluppo regionale, l’auspicio è che qualche contenuto di OpenCalabria possa essere di aiuto in eventuali momenti di definizione delle scelte collettive.
L’ideale, comunque, è avviare e alimentare con regolarità il confronto e la discussione sui grandi temi che da anni condizionano il sottosviluppo della regione. In estrema sintesi, OpenCalabria.com tenta di aumentare la quantità e la qualità delle informazioni di economia locale con l’obiettivo di rendere tutti più consapevoli dei bisogni/opportunità/vincoli della nostra regione. Una sorta di esercizio collettivo necessario e propedeutico al processo di creazione di una domanda sociale di sviluppo.
Oggi questa domanda è latente e soffocata. Se l’azione di OpenCalabria dovesse contribuire a renderla esplicita, allora l’obiettivo sarebbe pienamente centrato.