In data odierna, l’Istat ha pubblicato le spese in ricerca e sviluppo registrate nel 2017 in Italia e nelle regioni italiane. I dati consentono di verificare se il paese sta raggiungendo gli obiettivi di spesa fissati nell’ambito della strategia Europa 2020 e di effettuare un’analisi descrittiva degli investimenti in R&S tra le regioni italiane.
Il dato nazionale. La spesa nazionale del 2017 ammonta a 23,8 miliardi di euro, pari a circa 1,38% del PIL. Si tratta di una quota in lieve aumento rispetto agli anni precedenti (era 1,27% nel 2012, 1,34% nel 2014 e nel 2015 e 1,37% nel 2016), ma, comunque, più bassa dell’obiettivo di spesa dell’1,53% del PIL che il paese deve raggiungere nel 2020.
Nel 2017, gli investimenti delle imprese private ammontano a 1,48 MLD di euro, equivalenti al 62,3% delle spese totali e allo 0,86% del PIL italiano. Il resto della spesa è effettuata dalle università (5,6 MLD di euro, pari al 23,6% della spesa totale), dalle istituzioni pubbliche diverse dalle università (2,9 MLD di euro; 12,3%) e dalle istituzioni private non profit (0,41 MLD di euro; 1,7%).
I dati per regione. La distribuzione della spesa in R&S è fortemente concentrata in poche regioni. Chi spende di più è la Lombardia che, con 4,9 MLD di Euro di investimenti, assorbe da sola il 20,6% della spesa italiana. Seguono il Lazio (13,9%), l’Emilia Romagna (13,11%), il Piemonte (11,6%) e il Veneto (8,9%). Queste regioni contribuiscono da sole al 68,1% degli investimenti italiani. Nel Mezzogiorno d’Italia, la spesa per R&S è pari a 3,5 MLD di euro, poco meno del 15% del dato nazionale. Nel 2017, in Calabria la spesa in R&S è stata pari a 174 milioni di euro, che corrisponde allo 0,31% degli investimenti totali. In termini assoluti, le regioni che hanno speso di meno rispetto alla Calabria sono state la Basilicata (80,8 milioni di euro) e il Molise (68.9 milioni di euro).
L’intensità degli investimenti in R&S. Di interesse è verificare quanto pesino gli investimenti in R&S sul PIL di ciascuna regione. Valori elevati dell’intensità innovativa si hanno in Piemonte, in cui le spese in R&S sono pari al 2,1% della ricchezza regionale, in Emilia Romagna (1,9%), Lazio (1,7%), Trento (1,56%) e in Friuli Venezia Giulia (1,55%). Queste 5 regioni hanno già raggiunto l’obiettivo (1,53% del PIL) che, in media, l’Italia dovrà raggiungere nel 2020. Valori superiori alla media nazionale del 2017 si hanno in Toscana (1,46%) e in Liguria (1,39%), mentre in tutte le altre regioni i valori relativi degli investimenti in R&S sono molto bassi. Al di sotto del dato nazionale si collocano anche il Veneto (1,3%) e la Lombardia (1,28%), ossia due delle regioni che, in termini assoluti, spendono di più in innovazione. A sud, le spese in R&S equivalgono all’1,25% del PIL della Campania, all’1,15% del PIL del Molise. In tutte le altre regioni meridionali, questa quota è inferiore all’1% e, in questa classifica, la Calabria occupa l’ultima posizione: gli investimenti in R&S corrispondono allo 0,52% del PIL calabrese (Figura 1).