La struttura del personale dei comuni italiani: qualifiche, età e anzianità di servizio

La struttura del personale dei comuni italiani: qualifiche, età e anzianità di servizio[1]

Il presente articolo ha lo scopo di analizzare in modo sintetico la dinamica del personale comunale e le sue principali caratteristiche in termini di qualifica, età, titolo di studio e anzianità di servizio. Un focus è dedicato ai comuni della Calabria.

La contrazione del personale comunale

Dall’analisi dei dati del Conto Annuale della Ragioneria Generale dello Stato-IGOP, pubblicati a febbraio 2021, emerge che nel 2019 il personale in servizio nelle amministrazioni comunali ammonta a 361.745 unità su 7.629 comuni censiti[2].  Negli ultimi 13 anni, il personale comunale in servizio ha subito una progressiva e sensibile riduzione. Se, infatti, nel 2007 ammontava a 479.233 unità, nel 2019 il valore si riduce del 24,5% (Figura 1). Le riduzioni percentuali più significative, pari al -3,2%, al -3,1% e al -4,0%, sono quelle rilevate nel passaggio tra il 2011 e il 2012, tra il 2014 e il 2015 e tra il 2017 e il 2018: nel primo periodo, infatti, il personale comunale in servizio è diminuito, in valore assoluto, di oltre 14mila unità, nel secondo periodo di 13mila e nel terzo di oltre 15mila unità.

Anche ponderando il numero di unità di personale comunale in servizio per 1.000 abitanti, si registra una riduzione del dato, passato da 8,04 nel 2007 a 6,00 nel 2019. Le evidenze suddette sono la conseguenza di specifiche scelte del decisore pubblico, che ha agito nel corso degli ultimi anni su molteplici fronti, dai blocchi retributivi, alle misure di contenimento del numero di occupati (es. limitazione del turnover o blocco delle assunzioni da parte dei comuni per il ricollocamento dei dipendenti soprannumerari delle province).

Nel 2019 il personale comunale si compone di 355.609 dipendenti, 3.478 dirigenti, 2.636 segretari comunali e 22 direttori generali[3] presenti solo in 12 regioni. I 355.609 dipendenti comunali in servizio si suddividono in 323.865 unità a tempo indeterminato, 29.411 con un rapporto di lavoro flessibile e 2.333 contrattisti e collaboratori a tempo determinato. I dirigenti comunali si suddividono in 2.312 unità a tempo indeterminato e 751 a tempo determinato ai sensi dell’articolo 110 comma 1 del TUEL; sono 415 i dirigenti e le alte specializzazioni fuori dotazione organica ai sensi dell’articolo 110 comma 2 del TUEL.

Età e anzianità di servizio

La presenza di blocchi occupazionali, soprattutto se protratti nel tempo, oltre a ridurre il numero di addetti nel comparto dei comuni, ha modificato profondamente la struttura della forza lavoro innalzando l’età media e l’anzianità di servizio del personale, con conseguenze dirette sull’adeguatezza in termini di qualificazione degli addetti e sulla capacità di sostenere nuovi impegni lavorativi. La Figura 2 mette infatti a confronto proprio queste due variabili a distanza di 13 anni per la quota più ampia di personale stabile, ossia i dipendenti comunali a tempo indeterminato: la loro età media è passata dai 47 anni del 2007 ai 52 anni del 2019, così come l’anzianità di servizio è passata dai 18 anni del 2007 agli attuali 20 anni. Tali condizioni hanno prodotto inevitabilmente conseguenze dirette sull’adeguatezza in termini di qualificazione degli addetti e sulla capacità di sostenere nuovi impegni lavorativi. Le reiterate norme sul blocco del turnover hanno mortificato infatti le politiche di ricambio generazionale, l’autonomia organizzativa e la ricerca di nuove professionalità in grado di far fronte alle crescenti richieste di competenze indispensabili per l’operatività dei comuni, veri “enti di prossimità” nell’erogazione dei servizi ai cittadini.

Il personale dei comuni della Calabria

Nei comuni calabresi il personale in servizio nel 2019 è pari a circa 12mila unità, un dato che se ponderato per il numero di abitanti è allineato con la media nazionale (6,2 per 1.000 residenti vs la media Italia pari a 6,00). I dipendenti comunali sono 11.719 (Tabella 1), di cui circa il 70% a tempo indeterminato e circa il 30% con rapporto di lavoro flessibile (tempo determinato, interinali, lavoratori socialmente utili, contratti di formazione lavoro). I dirigenti comunali sono invece 57: quasi la metà a tempo indeterminato (49,1%), il 28,1% a tempo determinato e il 22,8% fuori dotazione organica.

Tabella 1 I dipendenti ed i dirigenti in servizio delle amministrazioni comunali calabresi, 2019

Rispetto all’annualità precedente, anche i comuni calabresi fanno segnare una riduzione del proprio personale in servizio (Tabella 2), più accentuata della media nazionale. Considerando i soli 375 comuni della regione il cui organico è stato censito nei due ultimi Conti Annuali del MEF, il personale ha subito una variazione del -10,6%, una contrazione diffusa abbastanza omogeneamente sul territorio, ad eccezione del caso della provincia di Crotone, nella quale la variazione percentuale è solo del -3%, e nella provincia di Vibo Valentia dove invece la contrazione appare più marcata (circa -15%).

I comuni calabresi, oltre ad aver registrato una contrazione del personale più accentuata rispetto alla media nazionale, hanno anche un organico mediamente più anziano: i dipendenti a tempo indeterminato, lo zoccolo duro della macchina amministrativa, hanno un’età media di 55 anni, contro i 52 del contesto nazionale. Al contrario, i dirigenti a tempo indeterminato in servizio nei comuni calabresi sono più giovani di due anni rispetto ai colleghi del resto d’Italia (54 anni vs 56).


[1] Le opinioni espresse hanno carattere personale e non impegnano in alcun modo la responsabilità dell’Istituto di appartenenza

[2] Dei 7.914 comuni italiani esistenti al 31.12.2019 è stato censito il personale in servizio in 7.629 comuni, nei quali vive complessivamente il 99% della popolazione residente in Italia.

[3] La figura del direttore generale si riscontra nei comuni che nel 2010 avevano già effettuato la nomina; dal 2010, per effetto dell’art. 1, c. 1-quater, lett. d), D.L. n. 2/2010, convertito dalla L. n. 4/2010 la nomina di tale figura è consentita solo nei comuni con popolazione superiore ai 100.000 abitanti.


 

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