La Zes è una realtà. Adesso si può partire senza ulteriori alibi

Con la pubblicazione nella GU del 12 Febbraio 2019 della legge di conversione del Decreto Semplificazioni si conclude, per quanto di competenza del governo nazionale, la costruzione dell’architettura istituzionale delle Zone Economiche Speciali (ZES). Il Decreto Semplificazioni esplicita i vantaggi amministrativi che potranno godere tutti coloro che intenderanno effettuare investimenti industriali nelle aree ZES. Di quelle già approvate, la campana e la calabrese, si era già provveduto alla formazione del comitato di indirizzo. Ora si può partire senza altri alibi, anche perché giacciono nelle casse ministeriali i 210 milioni già stanziati per essere utilizzati per il triennio 2018-2020 sotto forma di credito d’imposta degli investimenti.

Il decreto in pillole. Nella sostanza delle cose, le novità della semplificazione riguardano l’abbattimento di un terzo dei termini delle procedure amministrative riguardanti materie edilizie, le concessioni demaniali portuali, le autorizzazioni paesaggistiche, la Valutazione di Impatto Ambientale, la Valutazione Ambientale Strategica, l’Autorizzazione Integrata Ambientale e l’Autorizzazione Unica Ambientale. È anche previsto il dimezzamento dei termini di qualsiasi altra procedura che investe più amministrazioni (autorizzazioni, licenze, permessi e concessioni e nulla osta per le imprese che si insedieranno in una ZES).

La cabina di regia delle ZES. Al fine di coordinare e monitorare su scala nazionale le attività delle ZES regionali, il decreto semplificazioni prevede anche l’istituzione di una cabina di regia delle ZES presieduta dal Ministro per il Sud e composta da 5 ministri (Affari regionali; Pubblica Amministrazione; Economia e Finanza; Infrastrutture e Trasporti; Sviluppo Economico), dai presidenti delle regioni con ZES e dai presidenti dei comitati di indirizzo delle ZES istituite. È un’interessante novità, la cui creazione è da valutare positivamente nella misura in cui la cabina servirà per (a) condividere informazioni e le buone pratiche delle varie ZES; (b) esercitare forme di controllo condiviso delle attività delle ZES; (c) fissare obiettivi di crescita e consolidamento di medio-periodo, monitorandoli in modo regolare (d) stimolare le autorità locali a uniformare i vantaggi localizzativi in tutte le ZES.

La regionalizzazione delle semplificazioni. La cabina di regia ha, altresì, il compito di approvare le istanze locali. Infatti, si prevede che le regioni facciano ulteriori proposte “di protocollo o convenzioni per l’individuazione di ulteriori procedure semplificate e regimi procedimentali speciali” (art. 3 a-quinquies), esplicitando le procedure da semplificare, i riferimenti normativi e le amministrazioni locali e statati competenti. Le regioni hanno 120 giorni di tempo a partire dal 12 Febbraio per presentare queste proposte di ulteriori semplificazioni amministrative. Questa possibilità rappresenta la prima fonte di potenziale differenziazione tra le varie ZES, con l’implicazione che, a parità di condizioni, i nuovi investimenti industriali tenderanno a concentrarsi nelle aree a più elevata attrattività. Se la ZES Campana sburocratizza di più rispetto a quella Calabrese e se la burocrazia è – così com’è – un costo per le imprese è evidente che Gioia Tauro parte già con uno svantaggio di localizzazione. Questo gioco competitivo tra ZES vale per qualsiasi altro elemento che determinerà la decisione di investire in un’area piuttosto che in un’altra. Se la Regione Campania azzera l’IRAP per tre anni, è abbastanza ovvio che a cascata dovrà farlo anche la Regione Calabria. In caso contrario, il peso fiscale dell’IRAP rappresenterà un evidente svantaggio per Gioia Tauro. E’ altresì evidente che le condizioni di contesto devono essere simili: se in Campania l’area ZES è dotata di un sistema di sorveglianza tecnologicamente d’avanguardia, è evidente che anche in Calabria si deve fare altrettanto per garantire sicurezza a chi investe. Il rischio dei condizionamenti socio-ambientali scoraggia gli investitori.

Il ruolo della governance. Se la governance della portualità campana è ben definita, mentre quella calabrese non lo è, è abbastanza immediato pensare che i tempi di ogni attività necessaria ad attrarre investimenti rappresentino un vantaggio per chi ha un apparato istituzionale pronto a decidere. L’Autorità Portuale di Gioia Tauro è a gestione commissariale, in attesa che il Ministro delle infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli nomini il presidente. Non è un problema di nomi o di persone, ma gli incentivi a “fare” di un commissario “a scadenza” sono ben diversi di quelli di chi ha un incarico stabile. La figura del presidente dell’autorità portuale è dirimente nell’ambito della ZES. Infatti, presiede il comitato di indirizzo delle ZES, che, per esempio, in Campania è già operativo e propositivo, mentre in Calabria non si è ancora insediato, nonostante sia regolarmente formato da più di due mesi.

Implicazioni per Gioia Tauro. Tutto questo per dire che ormai non ci sono più alibi: se vogliamo puntare ad un nuovo modello di industrializzazione regionale con uno dei baricentri nella zona del porto di Gioia Tauro, oggi possiamo farlo. Sono stati, infatti, rimossi molti dei vincoli che per decenni hanno impedito il decollo di quell’area. Non possiamo più dire: “il governo non fornisce fiscalità di vantaggio dedicata”, perché oggi si dispone del credito di imposta; non possiamo più dire “la burocrazia blocca gli investimenti”, perché il Decreto Semplificazioni sburocratizza moltissime procedure; non possiamo più dire “la ZES è bloccata perché non sono stati nominati i membri del comitato di indirizzo”, perché, al contrario, il comitato è formato da più di due mesi. La sintesi è che la ZES di Gioia Tauro deve essere la priorità assoluta nell’agenda della politica regionale. Senza tentennamento alcuno. Gli esempi che ho proposto non sono di fantasia, ma reali: la Campania è molto più avanti di noi e questo vantaggio sarà sfruttato per accaparrarsi i fondi messi a disposizione dal governo. Le risorse nazionali a copertura del credito di imposta non sono ripartite ex-ante tra le varie ZES, ma sono utilizzabili “a sportello”: se ne approprieranno di più le regioni che per prima presenteranno bandi per le imprese.

Da apripista e secondi. In attesa dell’approvazione del Decreto Semplificazioni, in Campania hanno lavorato moltissimo per preparare le “differenziazioni regionali” della loro ZES (risorse regionali; semplificazione aggiuntiva, IRAP, governance, sicurezza). In Calabria, invece, negli ultimi mesi ha regnato l’immobilismo in tema ZES. Tutto ciò è uno vantaggio iniziale a favore della Campania che dobbiamo colmare subito. Non abbiamo mesi a disposizione per farlo, ma settimane. Forse pochi giorni. Questo svantaggio è una seria minaccia per l’intera area portuale di Gioia Tauro, che rischia di rimanere definitivamente desertificata e destinata all’inesorabile oblio. Non abbiamo più alibi: se falliremo, la responsabilità non sarà del fato o di altri, ma nostra. Una prima opportunità per renderci conto della distanza tra quello che fanno gli altri e quello che stiamo facendo in Calabria è rappresentata dalla prima riunione della cabina di regia delle ZES convocata dal Ministro per il Sud Barbara Lezzi il 20 febbraio.

 

Questa nota è stata pubblicata sul Quotidiano del Sud (Edizione del 19 febbraio 2019)


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