In occasione della prima riunione del Comitato di Indirizzo della ZES Calabria che si è svolta il 28 Marzo 2019 presso la sede dell’autorità portuale di Gioia Tauro, la Regione Calabria ha preso precisi impegni per garantire che la ZES non rimanga nelle buone intenzioni di questi giorni. Si tratta di un insieme di atti e azioni a supporto delle attività del Comitato di Indirizzo che dovranno materializzarsi nelle prossime settimane. Ecco perché la seconda riunione del Comitato è stata fissata per la metà del mese di aprile 2019.
L’obiettivo di breve periodo è di lavorare affinché il Comitato dia risposte immediate alle richieste delle imprese che già da oggi potrebbero essere interessate a insediarsi nelle aree della ZES Calabria. Nella fase di avvio delle attività, al Comitato di Indirizzo servono meccanismi decisionali interni che siano snelli ed efficaci nella valutazione delle richieste di insediamento produttivo nella ZES. A tal fine, è cruciale, quindi, che il lavoro istruttorio svolto dalle strutture regionali sia effettuato in tempi rapidi.
Occorre ripristinare un clima di fiducia verso le istituzioni che, nel caso della ZES Calabria, significa tener conto e risolvere almeno quattro fabbisogni che, oggi, provengono dal mondo delle imprese.
Il primo fabbisogno è legato alla necessità di spiegare le modalità di accesso alla fiscalità di vantaggio. Occorre chiarire su scala nazionale le procedure per gli investimenti ZES e quelle per gli investimenti ordinari, ossia non ZES, essendo il credito di imposta uno strumento già attivo. Riguardo al tema delle risorse, è anche auspicabile che il Governo Conte concretizzi il proprio impegno verso il Sud, aumentando i fondi nazionali per la fiscalità di vantaggio delle aree ZES: i 210 milioni di euro stanziati per il triennio 2018-2020 (e non ancora utilizzati) dal precedente governo Gentiloni sono poca cosa per consentire di creare nelle ZES del Mezzogiorno serie agglomerazioni spaziali di attività industriali. Se il Governo pensa che le ZES siano uno strumento adeguato per promuovere l’industrializzazione del Sud, è necessario aumentare significativamente i fondi per la fiscalità di vantaggio. La proposta al Governo non può che essere avanzata dal Ministro del Sud Barbara Lezzi.
Il secondo fabbisogno riguarda l’esigenza di conoscere i modi e i tempi per l’avvio delle procedure insediative nella ZES. Il Decreto Semplificazioni ha fissato le regole generali sulla sburocratizzazione delle procedure, ma ora, su base regionale, è necessario declinarle in atti concreti prevedendo, come primo atto, l’istituzione di uno Sportello ZES.
Esiste, inoltre, una domanda di sicurezza e di protezione che dovrà necessariamente essere soddisfatta anch’essa in modo celere al fine di non vanificare tutti gli sforzi che si stanno facendo in questi mesi. La questione è di competenza del Ministro dell’Interno Matteo Salvini, i cui immediati provvedimenti potrebbero essere complementari alla progettualità prevista dalla Regione Calabria in tema di sicurezza.
Infine, è dirimente risolvere definitivamente la questione del collegamento all’area portuale di Gioia Tauro con la rete ferroviaria. Quest’ultima, laddove opportunamente adeguata, consentirebbe il transito di treni ad alta capacità, in grado, peraltro, di raggiungere gli hub del centro dell’Europa in tempi significativamente minori di quelli necessari per giungere via mare ai porti di Genova e di Trieste. Pertanto, assicurare l’intermodalità a Gioia Tauro è una delle questioni che il ministro Danilo Toninelli dovrà risolvere sia per consentire all’area ZES di diventare ad elevata attrattività per le imprese regionali ed extra-regionali sia per evitare che lo scalo calabrese sia marginalizzato dal progetto della Via della Seta.
E’ difficile immaginare che tutta la strumentazione oggi disponibile possa essere replicata in futuro. L’occasione di questa fase storica potrebbe, quindi, essere l’ultima per la modernizzazione di Gioia Tauro, che deve diventare una “normale” area in cui si genera sviluppo per la Calabria. Nulla di più.