Dopo la presentazione istituzionale del 13 Giugno 2017, il rapporto “L’economia della Calabria” redatto dalla Banca d’Italia (filiale di Catanzaro) è stato presentato lunedì 19 Giugno 2017 presso l’Aula University Club dell’Università della Calabria. L’iniziativa è stata co-organizzata dalla Banca d’Italia e dal Dipartimento di Economia, Statistica e Finanza “Giovanni Anania” dell’UNICAL.
Dopo i saluti istituzionali del Prof. Filippo Domma (Direttore Dipartimento DESF “Giovanni Anania”) e del Dr. Sergio Magarelli (Direttore Banca d’Italia Filiale di Catanzaro), la giornata è proseguita con le relazioni del Dr. Giuseppe Albanese della Banca d’Italia (Filiale di Catanzaro) e del Dr. Guido De Blasio del Servizio Struttura Economica della Banca d’Italia di Roma e si è concluso con gli interventi del Prof. Francesco Aiello (Ordinario di Politica Economica e Fondatore di OpenCalabria) e della Prof.ssa Rosanna Nisticò (Associato di Politica Economica presso l’Università della Calabria).
Il Dr. Giuseppe Albanese ha presentato gli aspetti più salienti che hanno caratterizzato l’economia regionale negli ultimi anni, descrivendo, in particolare, l’evoluzione della congiuntura nel 2016 e le trasformazioni della struttura occupazionale, produttiva e finanziaria della regione. L’intervento del Dr. Guido De Blasio è stata centrata sul “Mezzogiorno e le Politiche” e, in particolare, sul ruolo della spesa comunitaria. Un approfondimento della presentazione del Dr. De Blasio ha riguardato l’efficacia dei fondi strutturali in Abruzzo (*). Si è mostrato come il PIL pro-capite degli abruzzesi non mostri una dinamica di crescita auto-sostenuta dopo l’uscita dell’Abruzzo dalle regioni dell’Obiettivo 1.
Il risultato relativo alla regione Abruzzo ottenuto da Barone, David e De Blasio (2016)* conferma che i fondi strutturali hanno un mero effetto ridistributivo e non intaccano le condizioni di offerta delle regioni che ne beneficiano. Si tratta di una conclusione non occasionale e puntiforme, ma che, al contrario, è supportata da un congruo numero di evidenze empiriche (per le regioni italiane si rimanda, tra gli altri, a due saggi di Aiello e Pupo pubblicati nel 2009** e nel 2012***). In altre parole, molte valutazioni econometriche indicano che i fondi comunitari sono inefficaci in termini di cambiamento delle condizioni produttive di lungo periodo. A tal proposito, è utile ricordare che la principale motivazione della loro esistenza è di stimolare lo sradicamento dei vincoli strutturali delle regioni beneficiarie al fine di avviarle verso un sentiero di crescita autonomo e indipendente dai regimi di aiuto. L’idea, condivisibile, è che l’aiuto sia temporaneo e non duraturo. Nella realtà si osserva, invece, che la spinta che essi esercitano è limitata solo al periodo della loro implementazione ed è semplicemente legata all’erogazione delle risorse che essi mobilitano in ogni ciclo di programmazione. E’ chiaro che se si partecipa ad un bando, se ne traggono dei benefici perché si ricevono risorse per i progetti finanziati, ma – se le attività che si svolgono sono inutili – è altrettanto chiaro che al termine del progetto tutto ritorna allo stato iniziale. Questo circolo vizioso caratterizza lo stato di attuazione delle politiche comunitarie in Calabria che, contrariamente alla descrizione che ne viene data dalla politica e dall’apparato della Regione Calabria, sono del tutto inutili in termini di impatto sullo sviluppo di medio-lungo periodo dell’economia regionale.
Le implicazioni di questo ragionamento sono almeno due. Da un lato, è necessario interrogarsi sulle ragioni della bassa efficacia della politica di coesione economica e sociale in Calabria. E’ stucchevole osservare che su questo fronte si sa ben poco. E’ necessario avviare, quindi, una stagione in cui la valutazione dell’impatto dei fondi strutturali diventi una seria fase all’interno della gestione “calabrese” della programmazione comunitaria e non sia percepita dai tecno-burocrati della regione come un meccanismo punitivo. In secondo luogo, è importante capire cosa succederà alla Calabria nell’immediato futuro se le ipotesi di centralizzazione e di ridimensionamento della politica di coesione nel bilancio comunitario dovessero concretizzarsi: cosa faremo con pochi (o senza) fondi comunitari?
Giugno 2017
Francesco Aiello
Rferimenti Bibliografici
(*)Barone G., David F. e de Blasio G. (2016) “Boulevard of broken dreams. The end of EU funding (1997: Abruzzi, Italy)”, Regional Science and Urban Economics, 60, 31-38
(**) Aiello F. e Pupo V. (2009) “L’impatto della politica regionale dell’Unione Europea. Uno studio sulle regioni italiane,” Rivista Italiana degli Economisti, 3, 421-454.
(***) Aiello F. e Pupo V. (2012) “Structural funds and the economic divide in Italy,” Journal of Policy Modeling, 34(3), 403-418.
Le presentazioni della giornata studio
L’Economia della Calabria di Giuseppe Albanese
Mezzogiorno e le Politiche di Guido De Blasio
La discussione di Francesco Aiello
Follow-up della giornata studio
La disutilità dei fondi strutturali di Francesco Aiello
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