L’evoluzione del CoronaVirus in tutte le regioni italiane. Siamo al trentunesimo giorno dal primo contagio da Covid19 in Italia. Il CoronaVirus si è esteso con una diversa intensità da regione a regione: la mappa del contagio interessa tutto il paese. E’, pertanto, un utile esercizio monitorarne la crescita al fine di comprendere se il contagio segue in tutte le regioni la stessa dinamica di diffusione e se sta convergendo verso il picco. E’ di estremo interesse capire anche il peso che il contagio sta esercitando sulle strutture ospedaliere del paese.
Per ciascuna regione, riportiamo il numero dei contagiati e il numero dei ospedalizzati. La differenza tra queste due curve rappresenta il numero di persone “positive” e in isolamento domiciliare. Infine, gli ospedalizzati sono suddividi in ricoverati con sintomi e pazienti in Terapia Intensiva (TI).
I valori del contagio. Il 25 marzo 2020 i contagiati totali sono in Italia 74386. La Lombardia è l’epicentro del contagio con ben 31346 casi, equivalenti al 43,5% del totale nazionale (figura 13). Seguono l’Emilia Romagna (10054 casi, figura 16), il Veneto (6442 casi, figura 3) e il Piemonte (6024 casi, figura 10). All’estremo opposto, Calabria (351 casi, figura 18), Basilicata (113 casi, figura 20) e Molise (73 casi, figura 11)) sono le tre regioni con i valori più bassi di contagiati. Sebbene il confronto tra le regioni con i maggiori e minori casi di contagio risenta dall’effetto dimensione della popolazione, il fenomeno in esame e’ a forte caratterizzazione settentrionale. Infatti, dalle figure si seguito riportate (figure 2-22) emerge come regioni di comparabile dimensione a Nord e Sud del paese registrino casi di contagio significativamente diversi tra loro.
Una breve descrizione delle curve del contagio. Le curve regionali del contagio hanno alcune caratteristiche comuni: per esempio, il cambio di “accelerazione” della diffusione si è verificato in molte regioni tra l’11 e il 13 Marzo 2020 (17-esimo/19-esimo giorno dal primo caso di contagio nel paese). Nei giorni successivi, l’espansione è stata elevata e regolare ovunque, sebbene esistano alcune specificità regionali: la curva del contagio in Molise, Sardegna e in Valle d’Aosta mostra negli ultimi giorni un chiaro rallentamento, così come sembra essersi frenata la crescita in Lombardia. In Campania, ad una crescita regolare dei contagiati si affianca una tendenziale riduzione dei pazienti ospedalizzati (o, equivalentemente un incremento dei pazienti in isolamento domiciliare). E’ questo il caso anche della Calabria, la cui curva del contagio è ben approssimata da una funzione logistica (per un approfondimento sulla stima del picco in Calabria clicca qua).
Il dato “certo” dei pazienti in terapia intensiva. Un elemento che caratterizza e ha caratterizzato il confronto tra gli esperti sull’effettiva “dimensione” del contagio da Covid19 è che il tampone è stato somministrato ai pazienti sintomatici. Questa scelta determina una sottostima del problema, poiché non consente di rilevare l’effetto sui pazienti asintomatici. Nelle aree a maggiore diffusione del virus, si ritiene che non sono certi perfino i decessi, perché molti pazienti muoiono a casa senza test. Al netto dei decessi a casa per Covid-19 che non sono rilevabili e (si spera) non numerosi, un dato abbastanza attendibile è quello dei pazienti in terapia intensiva: al 25 marzo 2020 sono in totale 3489, equivalenti al 4,7% del contagiati. Si tratta di un’informazione che fornisce qualche informazione sull”aggressività del virus sulla capacità della sanità italiana di trattare i pazienti TI.
Sotto pressione sono le strutture sanitarie della Lombardia, dove i pazienti in TI sono ben 1236, il 35,4% del totale nazionale, tant’è che la regione ha da giorni chiesto collaborazioni ad altre regioni per poter curare una parte di pazienti che necessitano di trattamenti in TI. Elevato in valore assoluto è anche il numero di pazienti TI in Piemonte (381 casi), Veneto (316 casi) , Emilia Romagna (294 casi) e in Toscana (251 casi, figura 2)). In Calabria i pazienti in TI sono 23, il 6,5% dei contagiati. In tutte le regioni, la crescita dei pazienti in TI è stata (per fortuna) bassa e regolare.
E’ interessante anche capire a quali valori converge nel tempo la proporzione di pazienti ospedalizzati che sono in TI. La figura 1 mostra il caso della Lombardia, dell’Emilia Romagna, del Piemonte, del Veneto, delle Marche e della Calabria. Si noti come la quota di pazienti in TI sia molto diversa da regione in regione (da valori nulli del Piemonte al 40% delle Marche) nei giorni iniziali del contagio e come nel corso del tempo si registri una sorta di convergenza all’interno di un banda di oscillazione molto più ristretta (tra il 9% dell’Emilia Romagna e il 20% della Calabria).
Infine, l’analisi dei dati regionali serve non solo per monitorare e interpretare il contagio, ma anche per fare previsioni nelle diverse aree del paese. Infatti, le condizioni territoriali della gestione sanitaria del virus sono diverse, così come sono diverse e sono state finora diverse le politiche regionali per contenere l’espansione dell’epidemia. Tutto ciò condiziona la dinamica del contagio e rende utile studiare l’andamento del CoronaVirus regione per regione. E’ in questa direzione che si orienta l’attività che stiamo realizzando per stimare le curve regionali del contagio. L’obiettivo è di fare previsioni sul picco che il contagio avrà in tutte le regioni italiane.
Le curve del contagio da Covid-19 regione per regione
Figura 15 Coronavirus in Friuli Venezia Giulia