L’avanzamento finanziario del FESR e del FSE 2014-2020 in Italia(*). Con riferimento alle risorse finanziarie disponibili in Italia per la politica di coesione europea a valere sui Fondi strutturali (FESR e FSE) per il 2014-2020, queste ammontano complessivamente a poco più di 54,2 miliardi di euro, gestiti attraverso 59 Programmi Operativi di cui 12 a titolarità di amministrazioni centrali (Programmi Operativi Nazionali – PON) e 47 a titolarità delle amministrazioni regionali (39 Programmi Operativi Regionali – POR e 8 Programmi di Cooperazione Territoriale – PO CTE).
Secondo i dati dell’Ispettorato Generale per i Rapporti finanziari con l’Unione Europea (IGRUE-RGS) riferiti al 30.06.2020, a fronte di 54,2 miliardi di euro disponibili in Italia, si registra un ammontare di risorse impegnate pari a oltre 34,1 miliardi di euro, corrispondente al 63% del programmato, ed un livello dei pagamenti ammessi pari a 18 miliardi di euro, il 33,2% della dotazione finanziaria (Tabella 1). Guardando ai singoli Fondi, in media l’FSE fa riscontrare risultati migliori, con impegni pari al 65% (contro il 61,8% del FESR) e pagamenti pari al 35,8% (contro il 31,6% del FESR)[1].
Sebbene i dati relativi alle spese possano sembrare molto in ritardo, occorre ricordare che l’attuale ciclo di programmazione 2014-2020 segue la regola di rendicontazione c.d. “n+3”, secondo la quale sarà possibile certificare le spese sostenute entro i 3 anni successivi dal momento dell’impegno (dunque al massimo entro il 2023).
La Tabella 2 mostra come lo stato di avanzamento dei Fondi differisca moltissimo in base alle categorie di regioni esaminate (più sviluppate, in transizione e meno sviluppate) e alle tipologie di Programmi Operativi (Nazionali o Regionali).
Le regioni più sviluppate sono mediamente più performanti, con percentuali di spesa intorno al 40%, a fronte di ritardi nelle altre regioni. Tuttavia, è importante considerare che i Programmi Operativi delle regioni meno sviluppate, intorno al 29% lato pagamenti, sono mediamente più dotati finanziariamente e con livelli di complessità degli interventi da realizzare sicuramente maggiori che nelle altre regioni.
Confrontando, invece, i POR e i PON si evidenziano differenze significative più sul fronte degli impegni che su quello dei pagamenti. Specialmente nel caso delle regioni in transizione ed in quelle meno sviluppate, la percentuale di impegni sulla dotazione finanziaria è più elevata nei Programmi gestiti dai Ministeri che in quelli a gestione regionale.
La minore performance in termini di pagamenti dei PON rispetto agli impegni trae probabilmente la propria spiegazione dalla maggior taglia di alcuni grandi progetti finanziati dai Programmi Nazionali, nonché dalla possibilità di attingere a progettualità già avviate, fattori che se, da una parte, facilitano l’impegno delle risorse, dall’altra, scontano inevitabili difficoltà in termini di spesa.
I POR delle regioni meno sviluppate e i progetti del POR Calabria. Nella successiva Tabella 3 sono riportate le dotazioni finanziarie e gli avanzamenti dei POR delle regioni meno sviluppate. La Puglia, con un Programma plurifondo, è la regione con le risorse programmate più elevate, pari a 7,1 miliardi di euro tra FESR e FSE; segue la Sicilia, con oltre 5 miliardi di euro, la Campania, con 4,95 miliardi, la Calabria, a quota 2,3 miliardi e la Basilicata con 840 milioni di euro. Tra tutte le regioni meno sviluppate è proprio la Basilicata, dunque, con la dotazione finanziaria più contenuta, a registrare gli avanzamenti di spesa più alti, superando addirittura il 42% dei pagamenti nel caso del FESR. Al contrario, il POR plurifondo della Calabria è quello in maggiore ritardo, con gli impegni pari al 48% del programmato e le spese a quota 27,7%.
Secondo i dati OpenCoesione[2] di giugno 2020 i progetti finanziati nell’ambito del POR Calabria sono 2.181 con risorse FESR e 678 con risorse FSE[3]. Gli ambiti tematici cambiano profondamente in base alla fonte di finanziamento (Tabella 4): nel caso del FESR le risorse si concentrano su 2 settori, ossia trasporti (33%) e tutela ambientale (31%); nel caso del FSE il 41% dei costi è associato a progetti in favore dell’occupazione, il 43% delle risorse per l’istruzione ed un 11% per l’inclusione sociale.
Data la dotazione finanziaria sbilanciata a favore del FESR, la strategia del POR è, dunque, quella di intervenire in Calabria con le risorse UE per migliorare le infrastrutture di trasporto e per la prevenzione dei rischi ambientali.
Nonostante manchino ancora 3 anni per ultimare pagamenti e relative rendicontazioni sarà necessario un grande sforzo, da parte di tutti gli attori coinvolti nel ciclo dell’attuazione dei progetti, affinché nessuna delle risorse a disposizione venga persa.
[1] Approfondimenti sul tema sono contenuti nella decima edizione del Rapporto IFEL, di recente pubblicazione, “La dimensione territoriale nelle politiche di coesione. Stato di attuazione e ruolo dei Comuni nella programmazione 2014-2020”, scaricabile al link seguente: https://www.fondazioneifel.it/documenti-e-pubblicazioni/item/10382-la-dimensione-territoriale-nelle-politiche-di-coesione-stato-di-attuazione-e-ruolo-dei-comuni-nella-programmazione-2014-2020-decima-edizione-2020
[2] Per la programmazione in corso assume il ruolo di portale unico nazionale per la pubblicazione di dati e informazioni sulle operazioni e sui beneficiari dei progetti cofinanziati dai Fondi SIE in base all’Accordo di Partenariato.
[3] Al netto dei progetti con più di un soggetto beneficiario.
(*) Le opinioni espresse hanno carattere personale e non impegnano in alcun modo la responsabilità dell’Istituto di appartenenza