Lo stato di salute del mercato del lavoro in Calabria: un’analisi provinciale [*]. Il presente articolo ha lo scopo di analizzare in modo sintetico l’andamento del mercato del lavoro in Calabria, nel periodo che va dal 2004 al 2019, utilizzando gli ultimi dati diffusi dall’Istat nel mese di maggio. Vengono effettuati dei confronti tra l’evoluzione delle variabili più significative in Calabria, nel Mezzogiorno e nell’intero Paese, con focus a livello provinciale.
La struttura per età. La popolazione residente in Calabria nel 2019 sfiora i 2 milioni di abitanti (1.947.131 per l’esattezza) e presenta una struttura per età quasi sovrapponibile a quella del Mezzogiorno e abbastanza in linea con quella italiana (Tabella 1).
La quota di popolazione in età attiva, ossia tra i 15 e i 64 anni, è pari al 65,2%, un dato pressoché identico alla media Mezzogiorno, ma superiore di 1,2 punti percentuali rispetto alla media Paese (64%). Al contrario, la quota di popolazione over64 è leggermente più contenuta in Calabria rispetto al contesto nazionale (21,6% vs 22,8%). A livello provinciale spicca il caso di Crotone, con l’incidenza percentuale più elevata di abitanti in età attiva (66%) e con l’indice di invecchiamento[1] più contenuto, l’unico al di sotto del 20%.
Il tasso di occupazione e il gender gap. Il tasso di occupazione[2] in Calabria si attesta in media, tra il 2004 ed il 2019, al 42,2%, oltre 2 punti percentuali in meno rispetto al dato del Mezzogiorno e 15,2 punti al di sotto della media Italia (Figura 1). La dinamica risulta decrescente dal 2007 al 2013, con l’unica breve eccezione del 2011. Una leggera ripresa nel trend si registra a partire dal 2016, per poi ristabilizzarsi l’ultimo anno.
A livello provinciale la situazione appare eterogenea, con la provincia di Crotone in maggiore difficoltà e la provincia di Catanzaro con i tassi più elevati (Figura 2). In media, per il periodo che va dal 2004 al 2019, si tratta del 38,3% per Crotone e del 45,4% per il capoluogo di regione, con andamenti piuttosto altalenanti.
Sul versante del tasso di occupazione appare utile dare evidenza delle differenze tra la componente maschile e femminile[3].
A livello nazionale esiste infatti un gender gap nei tassi di occupazione che per il Mezzogiorno risulta ancora più accentuato (Figura 3). In media, dal 2004 al 2019, i tassi di occupazione maschili sono stati più elevati rispetto a quelli femminili di oltre 20 punti percentuali in Italia e di 26,6 punti nel Sud e nelle Isole. A metà strada si trova il dato calabrese, con un delta tra l’occupazione maschile e femminile di circa 24 punti percentuali nell’intervallo temporale preso in esame. Tali gap negli anni si sono progressivamente ridotti, tuttavia proprio nell’ultimo biennio si registra una nuova risalita del delta in Calabria.
A livello provinciale (Figura 4) il gender gap medio più elevato si registra per la provincia di Crotone (27 punti percentuali di differenza tra l’occupazione maschile e femminile), mentre quello più contenuto si rileva per la provincia di Reggio Calabria (21,7 punti), dove addirittura per ben due volte (nel 2012 e nel 2016) si riduce il differenziale fino a “soli” 15 punti percentuali. Da segnalare come la provincia di Vibo Valentia sperimenti il gender gap più basso di tutta la regione nel 2014, con un delta tra occupazione maschile e femminile di 13,7 punti.
A livello provinciale (Figura 6) spicca il trend di Crotone, che si “stacca” dall’andamento generale del resto della regione dal 2011-2012. La provincia di Crotone è l’unica infatti con una media di periodo del tasso di disoccupazione superiore al 20%.
L’analisi si conclude con l’esame dei tassi di disoccupazione giovanile[5], ossia riferiti alle persone in cerca di occupazione con un’età compresa tra i 15 e i 24 anni. Per questo segmento della popolazione i tassi di disoccupazione raddoppiano e in alcuni anni addirittura triplicano rispetto ai tassi di disoccupazione totale. Le medie 2004-2019 si attestano infatti al 46,7% per la Calabria, al 43,6% per il Mezzogiorno e al 30,3% per l’Italia.
Il dato calabrese raggiunge il punto più alto nel 2015 (65,1%) pe poi gradualmente scendere fino al 48,6% del 2019. A livello provinciale si raggiungono livelli nei tassi di disoccupazione giovanile anche prossimi o superiori al 70%: è il caso della provincia di Crotone nel 2012-2013, nel 2015 e nel 2019, e il caso della provincia di Cosenza dal 2014 al 2016 e nel 2018. La provincia di Vibo Valentia, che ha la seconda media di periodo più bassa (41,5%) dopo Catanzaro (40,7%), raggiunge il punto minimo nel 2018, pari al 23,9%.
I dati esposti in questo breve articolo fanno, dunque, il punto sulle condizioni critiche che caratterizzano il mercato del lavoro nella regione fino al 2019, ultimo anno disponibile nelle fonti istituzionali. Non emergono pertanto gli effetti che le misure di contenimento del Covid-19 stanno producendo sul sistema economico complessivo e dei quali gli autori si propongono di dare evidenza non appena i dati ufficiali saranno pubblici.
[*] Le opinioni espresse hanno carattere personale e non impegnano in alcun modo la responsabilità dell’Istituto di appartenenza degli autori.
[1] Popolazione con 65 anni e più sulla popolazione totale (percentuale).
[2] Persone occupate in età 15-64 anni sulla popolazione nella corrispondente classe di età (percentuale).
[3] Differenza assoluta fra tasso di occupazione maschile e tasso di occupazione femminile in età 15-64 anni (percentuale).
[4] Persone in cerca di occupazione in età 15 anni e oltre sulle forze di lavoro nella corrispondente classe di età (percentuale).
[5] Persone in cerca di occupazione in età 15-24 anni su forze di lavoro della corrispondente classe di età (percentuale).