Agostino Pantano: Il cambio di denominazione e dei confini dei comuni e’ materia regionale, e con il Professore Francesco Aiello – docente all’Unical e animatore di OpenCalabria, un laboratorio che sensibilizza sul tema – proviamo a fare il punto.
“In Calabria – afferma Aiello – siamo in netto ritardo rispetto ad altre regioni dove si e’ capito appieno come ripensare a forme nuove di amministrazione del territorio sia in molti casi necessario. Non rinviabile, pena l’azzeramento della quantita’ e della qualita’ dei servizi offerti ai cittadini. In molte regioni Italiane questi processi di riordino della governance del territorio vengono addirittura indirizzati da organismi regionali, i quali stanziano anche incentivi finanziari addizionali a quelli nazionali. Nei primi tre mesi del 2019, in Italia si sono realizzate ben 40 fusioni, di cui la stragrande maggioranza e’ nelle settentrionali. La fusione e’ un fenomeno settentrionale. Al contrario, in Calabria si rema contro. A partire dal Consiglio Regionale, in cui esiste una proposta di legge regionale sulle fusioni che’ e’ etichettabile, e sono buono, come l’esito di un pensiero contorto e avverso alla modernizzazione. Il tutto per preservare lo status quo e tutelare qualche interesse di nicchia. Miopia. Immagino che la proposta non sara’ calendarizzata in aula perche’ cadremmo nel ridicolo”.
Per quali ragioni la Calabria frena?
“A volte, l’immobilismo e’ ascrivibile agli amministratori locali, che non vogliono perdere i vantaggi – pochi, limitati e personali – legati ad occupare qualche posizione nel ristrettissimo mercato della politica locale. Se sei miope e poco interessato alla comunità, perche’ dovresti rinunciare alla carica e al “blasone” di sindaco o di assessore comunale? La politica e’ un segmento del mercato del lavoro che funziona: crea cariche, incarichi, visibilita’, qualche spicciolo di danaro ed e’ spesso vissuto come un ascensore per scalare altre posizioni. Anche nei nano comuni. Il punto e’ che tutto cio’ avviene parallelamente all’impoverimento delle comunita’. In Calabria, e’ doveroso impegnarsi per radicalizzare le trasformazione, laddove molti comuni vivono una lenta, ma inesorabile agonia”
Ci sono spinte nella direzione giusta?
“Nonostante tutta questa confusione, alimentata, peraltro, da qualche osservatore che considera i comuni come delle prede da dissanguare, esiste un certo fermento che proviene dal basso e che, a volte, e’ alimentato direttamente dalle amministrazioni comunali. In tutte le province. L’ultima, ad elevato stadio di elaborazione, vede coinvolti i comuni di Cervicati e di San Marco Argentano, due realtà ad alta conurbazione, la cui fusione potrebbe imprimere un’accelerazione nel processo di razionalizzazione dei servizi e di recupero di risorse finanziarie legate allo sfruttamento di evidenti economie di scala. Il fermento che si osserva altrove, nasce dalla consapevolezza dei rischi dell’attendismo e del mantenimento di comuni che gia’ oggi possono fare ben poco per le comunita’ di riferimento. E’ un fermento che dovrebbe essere assecondato dalla Regione Calabria, che, al contrario, si limita a svolgere solo funzioni legate alla produzione normativa (funzione, svolta male, peraltro) e che ignora quanto sarebbe importante offrire attività di supporto ai piccoli comuni. In tale direzione, qualcosa di utile e’ stato fatto nel 2017 su traino della vice-presidenza della giunta regionale, ma dopo il 4 marzo 2018 e’ stato tutto insabbiato. Lasciato nel dimenticatoio del lassismo degli uffici regionali. Siamo all’anno zero su questo versante”
Possono cambiare le cose?
La speranza e’ che la prossima ricomposizione del Consiglio Regionale premi orientamenti vocati all’interesse dei territori nella loro complessità e non a tutela degli interessi dei propri orticelli.
Quanto la fusione dei Comuni intorno al porto di Gioia Tauro potrebbe favorire la governance nell’area portuale-industriale?
E’ tutto da valutare, ma avere un’amministrazione di maggiore dimensione aiuterebbe a confrontarsi in modo diverso e con maggiore celerita’ con gli interlocutori che gravitano nell’area portuale.
Una versione ridotta di questa intervista e’ stata pubblicata su Calabria Magazine, 2019, N. 4, Maggio 2019