Francesco Aiello. Oggi ho partecipato all’incontro “L’Italia e i migranti’…le politiche europee e le proposte delle realtà locali” che si svolgerà Gioiosa Ionica (Rc). Ricca e ben articolata l’agenda dei lavori . Il programma è consultabile da questo sito.
Durante l’intervento ho focalizzato l’attenzione su due elementi.
Nella prima parte della relazione, ho tentato di spiegare perchè i fenomeni migratori non sono transitori, ma duraturi e permanenti. Oggi, è la dimensione di alcuni flussi che ha i caratteri dell’eccezionalità, non che esista mobilità delle persone. Questa conclusione è l’esito del fatto che alcuni elementi che li determinano sono persistenti. Si pensi, per esempio, ai differenziali di crescita economica tra i paesi di provenienza e quelli di destinazione. Questi differenziali determinano gli incentivi ad emigrare in quanto da sempre alimentano le aspettative e le opportunità di riscatto offerte agli individui nei paesi avanzati. Fin quando non saranno colmati i gap di livelli di benessere tra gli abitanti del nord e quelli dei sud del mondo, esisterà sempre una quota della popolazione che emigrerà. La seconda ragione che oggi spiega i flussi migratori sono le condizioni politiche dei paesi di provenienza, in cui conflitti e guerre rendono elevata la tendenza a scappare alla ricerca di terre di pace. Infine, a parità di altre condizioni, in molti paesi in via di sviluppo gli elevati tassi di natalità alimentano l’emigrazione attraverso il canale della pressione demografica. Ora, è chiaro che la concomitante presenza di questi tre elementi alimenta la dimensione dei flussi e ciò, necessariamente, richiede una pianificata gestione dell’accoglienza. Su questo aspetto, le risorse umane e finanziarie mobilitate su scala locale, nazionale e comunitaria sono ingenti, tanto ingenti quanto il fenomeno di massa richiede. E’ giusto che sia così. Ma concentrarsi unicamente sull’accoglienza non è una strategia che può essere sostenibile nel medio-lungo periodo, anche perchè è irragionevole pensare che la regola sia quella di osservare flussi migratori uguali a quelli che si registrano in questi anni. Essa, l’accoglienza, rappresenta un punto particolare, oggi il più importante, di un ipotetico processo di mobilità demografica, dove a monte troviamo le ragioni del flusso e a valle si colloca l’effettiva integrazione degli emigrati nei paesi di destinazione. Se si guarda a questa tripartizione della dinamica che oggi caratterizza l’emigrazione, si può ragionevolmente concludere che nei punti estremi (cause dei flussi e integrazione effettiva) si sta facendo pochissimo, quasi nulla, mentre tutte le attenzioni sono concentrate sulla fase dell’accoglienza e dell’inclusione di primissimo livello.
Nella seconda parte dell’intervento, ho spiegato quali sono le condizioni affinché i migranti possano rappresentano un’opportunità per le regioni a bassa crescita, come la Calabria.
Cosenza, 9 Giugno 2017
Francesco Aiello