Dopo la crisi del 2020, la ripresa mondiale del 2021 continua a manifestare effetti positivi sulle esportazioni Italiane. Nei primi tre trimestri del 2021 l’Italia ha registrato un incremento delle esportazioni del 20,1% rispetto al corrispondente periodo del 2020. Gli incrementi hanno interessato tutte le aree del paese, ma con un’intensità elevata nelle regioni del Nord ovest (+21,7%) e del Nord est (+20,2%), ma meno marcata nel Centro (+10,2%). La crescita su base annua delle esportazioni del Mezzogiorno d’Italia è stata pari a +16,6%, con una significativa differenziazione tra Isole (+34,5%) e le 6 regioni del Sud (+10.2%).
A livello di singole regioni, nei primi nove mesi del 2021 la Basilicata è l’unica regione che ha osservato una riduzione delle esportazioni (-6,5%), mentre la variazione tendenziale di tutte le atre regioni varia dai valori massimi registrati nel caso della Sardegna (+53,6%), Calabria (+32,5%) e Friuli Venezia Giulia (+31,0%) ai valori minimi di Liguria (+11.9%), Lazio (+10,9%) e Puglia (+5%).
Qualche dato in più sulla Calabria. La variazione (+32,5%) delle esportazioni calabresi nei primi nove mesi del 2021 è dovuta ad un incremento significativo (+40%) delle esportazioni verso l’area EU-27. Le esportazioni regionali verso i mercati ExtraEU-27 sono comunque aumentate del 26,1%. La variazione media regionale è trainata dall’incremento delle esportazioni delle imprese localizzate nelle province di Crotone e di Reggio Calabria (maggiore del +29,7%), mentre nelle altre tre province (Catanzaro, Cosenza e Vibo Valentia) la variazione delle esportazioni ricade nella classe compresa tra 12% e 19,9% (figura 1, panel a).
Essendo limitate in volume, le esportazioni calabresi contribuiscono comunque poco alle dinamiche che contraddistinguono il dato nazionale: il contributo delle esportazioni delle province di Catanzaro, Vibo Valentia, Crotone e Cosenza alla crescita tendenziale delle esportazioni nazionali è inferiore allo 0.1% della variazione nazionale, mentre le esportazioni della provincia di Reggio Calabria contribuisco al massimo per lo 0,7% (figura 1, panel b).
A livello settoriale, le variazioni maggiori si sono avute nel settore dei mobili (+115,2%) dei mezzi di trasporto (+117%), della carta (68%), dell’abbigliamento (+57%), mentre sono corollate le esportazioni di Prodotti dell’estrazione di minerali (-100%), dei prodotti tessili (-62,1%) e degli articoli in pelle (-48%). Di interesse sono i dati della filiera agro-alimentare: il settore dei “Prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca” fa registrare una riduzione del 3,4% delle esportazioni dei primi 9 mesi del 2021, mentre si osserva un incremento del 32% nel settore di “Prodotti alimentari, bevande e tabacco”.
Queste variazioni occorre, tuttavia, valutarle tenendo conto che il valore assoluto delle esportazioni calabresi è molto limitato e pesa in totale solo lo 0,1% dell’export italiano. Pochi sono i settori che detengono una quota sul totale settore nazionale che l’ISTAT rileva (maggiore di 0,1%). Tra questi, occorre rilevare i prodotti alimentari, bevande e tabacco, la cui quota settoriale è passata dallo 0,4% del 2020 allo 0,5% del 2021. Ferma allo 0,5% è la quota settoriale dei prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca, nonostante la riduzione delle vendite all’estero, -3.4, dei primi nove mesi del 2021.
L’incremento del primi 9 mesi del 2021 fa sì che le esportazioni della Calabria ammontano a 394 mln di euro, che è un dato sì superiore del 32,5% di quello del 2020, ma inferiore a quello di un anno, il 2018, – 414 mln di euro nei primi 9 mesi del 2018 – precedente la crisi da covid-19 e di poco superiore al 2017 (340 mln di euro da gennaio a settembre 2017).
In estrema sintesi, i valori assoluti e le oscillazioni rilevate dall’ISTAT riflettono nel caso della Calabria sia la bassa competitività dell’economia regionale sui mercati internazionali sia le difficoltà del sistema delle imprese calabresi di acquisire e confermare nel tempo quote di mercato in un congruo numero di nicchie settoriali.