Italia, 2 Febbraio 2016, sul sito Ryanair appare il comunicato in cui viene annunciata la chiusura di 16 rotte, con una perdita di 800mila clienti e di 600 posti di lavoro. Il tutto a partire da Ottobre 2016. Alghero, Pescara e Crotone le tre vittime sacrificali, ma, nel dettaglio, è proprio lo scalo calabrese a subire l’impatto maggiore. Infatti, se ad Alghero e Pescara la percentuale di voli della compagnia Irlandese è, rispettivamente, pari al 70% e 60% dei voli totali, a Crotone Ryanair assorbe la totalità del traffico dell’aeroporto di Sant’Anna.
Perché questa decisione? Si tratta dell’effetto di due motivi. Da un lato il Governo Renzi ha deciso di introdurre un aumento del 40% – da 6.50euro a 9.00euro per passeggero – della tassazione municipale. Il maggiore introito erariale è destinato ad alimentare il fondo di cassa integrazione degli ex-piloti Alitalia. Dall’altro lato, si è avuta la richiesta di Alitalia (già Alitalia-Etihad) ai TAR di avere accesso ai contratti tra le regioni italiane e la compagnia Irlandese. E’ notizia degli ultimi giorni che questi contratti sono regolari. Dove risiede, dunque, il problema? Alitalia sembra insistere sul fatto che sia necessaria una gara d’appalto per l’assegnazione di fondi regionali riguardo gli investimenti in turismo (si pensi, per esempio, alla pubblicità a bordo degli aeromobili). Ricorrere ad una gara d’appalto è una procedura finora mai seguita. In questo contesto, Ryanair è riuscita a pianificare un numero di voli in grado di intensificare il flusso turistico da e verso le regioni che trasferiscono alla compagnia Irlandese quote rilevanti di fondi regionali.
I dati del traffico di passeggeri in Calabria – Secondo i dati dell’Associazione Italiana Gestori Aeroporti (AIGA), l’aeroporto di Lamezia Terme, con 2,34 Milioni di passeggeri, occupa la 18-esima posizione tra i 39 aeroporti nazionali. Nel tempo lo scalo lametino è diventato uno scalo importante per un gran numero di compagnie aeree. Gli scali di SUF e REG rientrano tra le destinazioni Alitalia, mentre Ryanair è di riferimento sia per SUF sia per CRV. I dati AIGA indicano che i passeggeri che nel 2015 hanno utilizzato lo scalo crotonese sono 276 mila, con un incremento di passeggeri pari 320% rispetto al 2014. L’aeroporto di Sant’Anna è utilizzato unicamente da Ryanair e in base a questi dati, è in forte crescita (a Lamezia Terme i passeggeri sono diminuiti del 2,8%, mentre a Reggio Calabria la riduzione è stata pari al 5,2%). Nonostante le recenti dinamiche annuali, Crotone gestisce comunque un numero di viaggiatori circa 10 volte inferiore rispetto a Lamezia Terme (Tabella 1)
Tab. 1 Valore assoluto e variazioni percentuali 2014-2015 del numero passeggeri negli Aeroporti Calabresi
Ranking | Aeroporto | Tot. Passeggeri 2015 | Var.% rispetto a 2014 |
18 | Lamezia Terme (SUF) | 2341943 | -2.80 |
27 | Reggio Calabria (REG) | 490804 | -5.20 |
30 | Crotone (CRV) | 276277 | +320.34 |
Fonte: Elaborazione su dati AIGA
Tuttavia, il divario tra CRV e SUF sembrava essere destinato a ridursi ulteriormente, poiché, in alcuni comunicati ufficiali, gli Irlandesi hanno mostrato disponibilità ad aumentare gli investimenti e il numero di tratte da e per lo scalo crotonese. Al contrario, O’Brian (CCO di Ryanair) ha ridefinito le strategie aziendali affermando che “…Interromperemo tutti i nostri voli all’aeroporto di Crotone…”. Come detto prima se a questa dichiarazione dovessero seguire azioni concrete, ciò equivarrebbe alla chiusura dell’aeroporto della città di Pitagora. La stessa compagnia ha pubblicato l’effetto di tale manovra per l’aeroporto calabrese:
Tab 2. Implicazioni su Crotone delle decisioni Ryanair
CROTONE | |
Rotte tagliate | 3 (100%) |
Clienti persi | 250000 |
Posti di lavoro | – 188 |
Impatto | Aeroporto chiuso |
Fonte: Corporate Ryanair
Alitalia e Ryanair: qualche confronto – Finora i piani industriali di Alitalia e Ryanair sembravano essere complementari, in quanto gli investimenti Ryanair si concentravano sugli scali lontani dagli interessi di Alitalia. Attualmente Alitalia – apparentemente rigenerata dalle iniezioni di capitale di Etihad – vorrebbe provare a inserirsi nel mercato turistico low-cost, affermando che con una gara d’appalto e con una diversa assegnazione di fondi regionali, sarebbe in grado non solo di aumentare il numero di voli giornalieri verso le destinazioni calabresi, ma anche di abbattere le tariffe in modo da intercettare la domanda di chi ormai è abituato alle politiche del biglietto a basso costo. La perplessità di questo “cambiamento” delle strategie di Alitalia risiede sia nelle capacità di attrazione di clienti, sia nelle caratteristiche tecniche, o meglio dire “di flotta”, delle due aziende. Nella classifica della Airline Business, il World Airline Rankings (2014), Alitalia è al 47-esimo posto al mondo per fatturato, perdendo ben 9 posizioni rispetto al 2013. Ben diverso è lo stato di salute di Ryanair, che nel 2014 è l’11-esima compagnia mondiale, ossia 2 posizioni più avanti rispetto alla posizione occupata nel 2013 (Tabella 3). Nel 2014 Ryanair ha trasportato oltre 127 milioni di passeggeri (+15.7% rispetto al 2013) a fronte di 136 milioni di posti offerti; Alitalia ha ospitato poco più di 34 milioni di passeggeri (-3.0% rispetto al 2013), quando, al contrario, la sua offerta sul mercato è pari a 46 milioni di biglietti (Tabella 3).
Tab. 3 Posizionamento di Alitalia e Ryanair nelle graduatorie mondiali
Ranking | Nome | Passeggeri nel 2014 (milioni) | Var.% 2013 | Offerta potenziale
(milioni di passeggeri) |
Flotta |
11 | Ryanair | 127,6 | +15.7% | 136 | 323 |
47 | Alitalia | 34,5 | -3.0% | 46 | 106 |
Fonte: Elaborazione su dati Airline Business (World Airline Rankings, 2014)
Dai dati è possibile notare come vi sia un forte divario tra le due compagnie che è generato sia dalle politiche aziendali sia da diverse capacità di flotta. Ryanair opera esclusivamente su tratte continentali e utilizza una flotta di 323 aeromobili, interamente Boeing 737-800 con una media di 150 passeggeri per volo. Peraltro, il potenziale di Ryanair dovrebbe nel tempo migliorare, dato che ha pianificato di acquistare ulteriori 270 aeromobili che consentiranno di essere attivi entro il 2024 con oltre 520 aerei, equivalenti ad un trasporto annuo di 160 milioni di passeggeri. Alitalia, con 106 aeromobili diversificati per casa produttrice e capacità, Airbus e Boeing da un minimo di 100 posti fino ai Jumbo-Jet da 300 posti utilizzabili solo per rotte transatlantiche o extra-continentali, si propone come diretta concorrente nel mercato di riferimento della compagnia irlandese. Tuttavia, si dubita che ciò possa aver luogo nel breve periodo, poiché il numero di autoveicoli di proprietà dell’Alitalia non consente di poter rimpiazzare Ryanair nei mercati di nicchia e periferici. A meno che Alitalia non decida di abbandonare le rotte dov’è attualmente presente. In altre parole, sembra che l’attenzione di Alitalia verso i mercati locali sia compatibile con l’obiettivo di ricomporre l’insieme dei suoi mercati di riferimento. Senza una riallocazione della flotta aerea (meno voli sulle attuali rotte in favore di nuovi voli sulle rotte periferiche) il vincolo strutturale di Alitalia varrebbe anche a con tariffe più basse che Alitalia potrebbe praticare se, come si sostiene, potesse far leva sugli aiuti che, oggi, le regioni erogano a favore della compagnia irlandese.
Il danno e la beffa in chiave turistica – La diminuzione dell’attrattività delle mete del bacino del Mediterraneo causata dalle tensioni politiche è stata motivo di potenziale rilancio del turismo nelle regioni meridionali. Queste ultime, infatti, offrono clima, ambiente e ricchezze naturali che possono essere considerati sostituti dei servizi offerti nel Mediterraneo. Avere, quindi, sistemi di trasporto snelli, efficienti e competitivi rappresenta l’elemento centrale (diremmo la condizione necessaria) per consentire al Mezzogiorno, in generale, e alla Calabria, in particolare, di entrare con forza nei circuiti del turismo internazionale. Gli annunci dei tagli a Crotone di Ryanair determineranno, presumibilmente, un potenziamento delle flotte e del traffico aereo verso la Spagna, la Grecia e il Portogallo, che sono mete turistiche dirette concorrenti dell’Italia meridionale. Da un lato, quindi, la nuova tassazione frena il potenziale slancio dell’area che ha come baricentro l’aeroporto di Sant’Anna. Dall’altro lato, questo effetto rischia di amplificarsi, poiché è plausibile pensare che Ryanair non rinuncerà alle quote di mercato del turismo del Mediterraneo e, quindi, rafforzerà la sua presenza in aree dirette concorrenti della Calabria. Non sono deduzioni di chi scrive, ma è quanto dichiarato da David O’Brien “…L’Italia si è resa poco competitiva e meno attrattiva per le compagnie aeree e i turisti e poiché sempre più clienti evitano quest’anno il Medio Oriente e il Nord Africa per prenotare vacanze nel Mediterraneo, l’Italia consegnerà un’opportunità d’oro per la crescita alle destinazioni in Spagna, Portogallo e Grecia che hanno costi minori per il turismo. Ryanair fa appello al Governo Italiano affinché elimini questo dannoso aumento della tassa e ha richiesto con urgenza un incontro con il Governo nello sforzo di salvare il turismo, il traffico e i posti di lavoro in Italia“.
Cosa fare? – Nel recente passato Belgio, Irlanda e Paesi Bassi avevano introdotto tassazioni simili a quelle del Governo Renzi. In quei casi, Ryanair ha suggerito e ottenuto l’annullamento di quella tassazione. Per quanto riguarda il caso Italia, la società ha già inoltrato richiesta al governo italiano di ritirare il provvedimento. Il rischio è che quella tassazione indurrà significativi cambiamenti di strategie aziendali della società irlandese, con preoccupanti effetti nello scacchiere del traffico aereo da e verso i molti aeroporti Italiani serviti da Ryanair. Se da un lato è chiara la valutazione del danno per la mobilità, il turismo e per i posti di lavoro attivati nell’area dell’Aeroporto di Sant’Anna, dall’altro lato occorrerebbe comprendere quanto fosse indispensabile l’inasprimento delle tasse municipali sui passeggeri. Gli organi di competenza regionali e le varie parti politiche sembrano concordare su una tempestiva interrogazione che coinvolga tutti gli attori della vicenda e che possa indurre Ryanair a rivedere la propria decisione. Se il vero problema di Ryanair è l’incremento della tassazione, allora la prima soluzione potrebbe essere quella di un ritiro del provvedimento governativo. In tal caso, l’aeroporto di Crotone avrebbe un nuovo ruolo nel mercato nazionale del traffico aereo, poiché potrebbe rappresentare per Ryanair uno scalo da utilizzare per piani di espansione verso i paesi del Baltico. In assenza del ritiro della nuova tassazione, rimane da capire come gestire la transizione verso il rilancio dell’aeroporto di Sant’Anna, che dovrebbe essere avviato con l’ingresso di Alitalia in sostituzione di Ryanair. In tal caso, gli organi di governo regionale dovranno essere in grado di garantire che Alitalia non segua pratiche monopolistiche fissando tariffe elevate e servizi a singhiozzo. L’epilogo di questa vicenda dovrebbe, infatti, azzerare il rischio che il costo maggiore gravi su un intero territorio che da qualche tempo sta beneficiando con continuità dei servizi offerti a prezzi accessibili da Ryanair.