Come documentato da numerosi lavori empirici, la qualità del contesto istituzionale influenza in modo cruciale lo sviluppo economico a livello territoriale. Essa può influenzare in diversi modi la crescita economica, sia direttamente attraverso la produttività dei territori, sia indirettamente modificando gli incentivi ad accumulare capitale o investire in ricerca e innovazione. Anche a livello italiano, la qualità istituzionale è uno dei temi su cui più si è incentrato il dibattito di policy, tradizionalmente con riguardo al divario esistente tra aree all’interno del Paese, e più di recente con riferimento alla scarsa performance dell’economia italiana. Data la rilevanza di tale fenomeno, la sua misurazione a livello territoriale risulta pertanto utile a documentare gli attuali divari esistenti nel nostro Paese, e a comprendere possibili limiti competitivi nel confronto internazionale a svantaggio delle aree caratterizzate da una bassa qualità istituzionale. Nondimeno, la qualità istituzionale rimane un concetto difficile da misurare, anche per la sua natura multidimensionale e complessa. Per tale motivo, risulta utile usare diversi indicatori, dato che essi possono catturare dimensioni diverse dell’azione pubblica.
A tale scopo, lo studio(1) pubblicato da Giuseppe Albanese ed Elena Gentili su Regional Economy presenta un aggiornamento delle misure disponibili con dettaglio territoriale a livello nazionale. In particolare, la nostra ricognizione raccoglie 16 indicatori tratti dai lavori più noti e recenti tra quelli che, con riferimento al caso italiano, mirano a misurare la qualità delle istituzioni e/o dell’azione pubblica con dettaglio territoriale. Da un punto di vista metodologico, il lavoro mostra come esistono sia un’elevata eterogeneità spaziale degli indicatori, sia una relazione imperfetta tra singoli aspetti di qualità istituzionale. Come già indicato in Barone et al. (2017), qualora si voglia offrire una valutazione complessiva del fenomeno è dunque preferibile l’utilizzo di indicatori compositi, che tengono conto di un elevato numero di fattori sottostanti. A livello empirico, gli indicatori di qualità istituzionale mostrano differenze territoriali molto ampie che riflettono soprattutto (ma non solo) il classico divario Centro-Nord vs Mezzogiorno. Nel confronto internazionale, i divari tra regioni italiane risultano molto più ampi di quelli osservati in altri paesi; nondimeno, anche le regioni con qualità istituzionale migliore in Italia hanno un gap negativo rispetto a quelle degli altri principali paesi dell’area UE, riflettendo in particolare il ruolo del fattore “paese”.
1: Giuseppe Albanese & Elena Gentili, 2021. “Indicatori territoriali di qualità delle istituzioni: un aggiornamento,” Regional Economy, vol. 5(3), 43-58