Turismo montano in Calabria: un irrazionale eccesso di capacità ricettiva

L’analisi dei dati del turismo montano in Calabria indica la presenza di un significativo eccesso di capacità ricettiva degli esercizi alberghieri ed extra-alberghieri. In caso di pieno utilizzo delle strutture, il settore registrerebbe un incremento del volume di affari che sarebbe non inferiore a 76 milioni di euro all’anno. Assumendo che sia l’offerta a creare la domanda, se ne deduce che i privati e il settore pubblico dovrebbero puntare a diversificare e ad innalzare la qualità dei servizi offerti ai turisti. Questa nota si limita a dimostrare l’irrazionalità di sviluppare idee progettuali finalizzate ad incrementare in montagna il numero delle strutture ricettive.

Fonte: XXXIII Rapporto sul Turismo, 2014,Regione Calabria

L’offerta ricettiva in montagna La Figura 1 consente di capire la dinamica della capacità ricettiva delle strutture alberghiere e non alberghiere localizzate nelle località di montagna in Calabria[1].  In 11 anni, il numero di esercizi è aumentato del 271%, passando da 177 operatori nel 2004 a 656 operatori nel 2014. È aumentata, quindi, la presenza sul territorio montano di strutture ricettive e, in 11 anni, l’incremento è stato ragguardevole: ogni anno si sono “aperte” 50 nuove attività.  Ciò ha determinato un incremento dei posti letto, che sono aumentati dell’82%: se nel 2004 le strutture ricettive potevano giornalmente accogliere 8408 turisti, nel 2014 il potenziale di accoglienza è pari a 15299 posti letto. Le diverse dinamiche del numero degli esercizi e del numero di posti letto indicano che, nel decennio in esame, si sono avviate attività di piccola dimensione, determinando una tendenziale riduzione del numero di posti letto per esercizio. Confrontando i dati del 2004 e del 2014, si ricava che la dimensione media si è dimezzata, passando da 48 a 23 posti letto per esercizio. Dal lato dell’offerta ricettiva, si osserva, quindi, una migliore distribuzione spaziale di strutture ricettive di piccola dimensione, che, in media, nel 2014 possono ospitare 23 turisti a notte.

La domanda di ospitalità I dati pubblicati nei Rapporti sul Turismo della Regione Calabria consentono di avere una misura della domanda rivolta alle strutture della montagna regionale. Nel 2014, si sono registrati 85000 arrivi, ossia 11500 in meno di quelli osservati nel 2013 e 19000 in meno degli arrivi del 2012. Sembra esistere, quindi, una tendenziale riduzione della domanda di turismo montano in Calabria. Le presenze giornaliere si sono attestate a 216000 nel 2014, che è un valore minore rispetto alle presenze del 2012 (270300) e del 2013 (239700).  Nel triennio 2012-2014, la permanenza media è stata di circa 2,5 giorni per turista (Tabella 1).

Un mercato in disequilibrio Abbiamo appreso che la Calabria può fare riferimento a una struttura ricettiva che offre possibilità di soggiorno in montagna a un numero di turisti significativamente maggiore delle effettive presenze annue. Per meglio comprendere la dimensione del disequilibrio è sufficiente dire che, su base annua, i 656 esercizi attivi nel 2014 avrebbero potuto ospitare più di 5,5 milioni di presenze (5584135=15299 posti letto x 365). Il differenziale tra potenziale ricettivo e presenze effettive è abnorme: nel 2014 ammonta a 5368135=5584135-216000. In altre parole le presenze effettive rappresentano il 3,8% di quelle potenziali. L’eccesso di offerta può essere riformulato dicendo che le 216000 presenze del 2014 garantiscono 14.1 giorni di pieno utilizzo delle strutture. Due settimane di piena occupazione. Per rendere più verosimile il ragionamento (si potrebbe affermare che la montagna non è fruibile tutto l’anno), supponiamo che la stagione turistica duri 6 mesi. In tal caso, si può dire che la domanda di turisti è soddisfatta in un numero di gironi (14,1) che sono pari al 7.82% dei 180 disponibili su base semestrale. Si può fare anche un esercizio di stima del mancato fatturato nel settore turistico montano. I prezzi variano da struttura a struttura e nel tempo. E’ ragionevole, però, fissare a 30 Euro il prezzo minimo per posto letto. Il fatturato potenziale giornaliero sarebbe di 458970 Euro, che in sei mesi equivale a poco più di 82,6MLN di Euro. Il fatturato stimato per i 14,1 giorni di effettivo utilizzo delle strutture sarebbe di  6,47MLN di Euro. Il mancato guadagno per basso utilizzo delle risorse sarebbe di circa 76,1MLN di Euro. E’ “abbastanza” evidente che il settore soffre di vincoli di domanda.

Discussione L’analisi consente di esprimere qualche riserva sulla redditività degli investimenti pubblici e privati effettuati per potenziare la capacità ricettiva in montagna. La presenza di punte di domanda concentrare in pochi giorni all’anno, rende queste scelte del tutto irrazionali. Perché un privato dovrebbe avviare una nuova struttura ricettiva, sapendo che il settore, in media,  soffre di vincoli di domanda? Ma, soprattutto, perché questa nuova attività dovrebbe essere finanziata con fondi pubblici? E’ da escludere quindi che abbia seguito l’idea di creare nuove imprese in montagna, così come indicato in alcuni passaggi del POR  Calabria 2014-2020 (per es., l’Azione 3.3.3.) E’ del tutto palese che lo sviluppo del settore montano in Calabria non richiede un potenziamento, in termini quantitativi, dell’offerta ricettiva. Poiché i dati indicano che le strutture esistenti sono inutilizzate, la ragionevole implicazione di politica economica è di annullare qualsiasi intervento pubblico finalizzato ad incrementare in montagna il numero degli esercizi (alberghi, B&B, agriturismi). Il tema è di occupare i posti letto già disponibili e non creare nuove strutture.

[1] Facendo riferimento solo agli alberghi e alle strutture extra-alberghiere (B&B e agriturismi), la misura della capacità ricettiva esclude gli alloggi in abitazioni private. Si tratta di un fenomeno in espansione anche in Calabria.

 

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