COSENZA – Una regione che conta circa 800km di coste, altopiani e montagne lussureggianti, un grande patrimonio enogastronomico e culturale, potrebbe vivere di turismo 365 all’anno, ma si potrebbe fare decisamente di più. Francesco Aiello, docente di Economia all’UniCal, ha organizzato il secondo forum sul turismo (www.opencalabria.com/forum). Un appuntamento che vuole mettere a confronto le esperienze di quanti si occupano della materia in Calabria. Abbiamo discusso con lui in vista dell’appuntamento del primo dicembre prossimo
Dopo Soriano Calabro, il forum turismo di OpenCalabria farà tappa al castello Ducale di Corigliano Rossano. Perché è necessario questo forum? Il motivo è che si sta consolidando l’interesse degli operatori del settore verso il metodo di lavoro che stiamo introducendo nel modo di affrontare le criticità del turismo. L’obiettivo dell’essere itineranti è di far parlare i luoghi, di cucire i territori, di costruire reti e relazioni tra gli anelli della filiera del turismo al fine di creare una mappa regionale delle opportunità da offrire al mercato.
A raccontarlo in questo modo, sembra che questo forum sia un laboratorio di idee e di progetti. Esatto. Non si tratta di convegni in cui si parla per ascoltarsi, ma di luoghi di condivisione in cui tutti i partecipanti mettono a disposizione degli altri le proprie esperienze e contribuiscono alla discussione per costruire qualche ben definita identità turistica per la Calabria.
Lei è un idealista. Crede che sia sufficiente il confronto tra gli operatori privati per rimuovere i vincoli del settore. Non è sufficiente, ma certamente è una condizione necessaria. Penso che mettere attorno ad un unico tavolo tante persone, tutte portatrici di sani valori e inclini alla discussione, sia un metodo di lavoro molto più efficace rispetto a quelli sperimentati finora. È da questi tavoli che può uscire fuori la risposta a molti dei quesiti che ci poniamo quando guardiamo al mancato sviluppo del settore.
Mi faccia qualche esempio…. È pratica diffusa che la soluzione delle criticità sia pensata altrove o imposta dall’alto, oppure si pensa che debbano essere sempre gli altri a risolvere i nostri problemi. Sono modelli decisionali e comportamentali che non funzionano. È, quindi, necessario cambiare approccio, ponendo al centro della discussione i singoli che diventano protagonisti di un percorso che mira ad aggregarli per renderli più visibili sui mercati turistici. È più efficace che siano gli individui a rispondere a questioni, quali, per esempio: Qual è il modello di turismo su cui puntare nei prossimi 10 anni? Che cosa bisogna fare per ottenere questo risultato? Qual è il messaggio che vogliamo far veicolare come sistema turistico? Che cosa posso fare io?
Si parla molto di destagionalizzazione, ma riusciamo a sfruttare (e solo in parte) le stagioni estive e quelle invernali. Quale potrebbe essere il contributo del forum in questo ambito? La ricchezza della Calabria è la diversificazione delle opportunità turistiche che offre. L’elemento di criticità è che queste opportunità sono piccole, circoscritte in ristretti ambiti territoriali e, quindi, sono debolmente intercettabili dai potenziali turisti. Se si fa rete, si può creare massa critica che diventa “visibile” sui mercati. È questo l’unico modo per sfruttare le attrattività che la Calabria offre in tutti i periodi dell’anno, destagionalizzando in tal modo le presenze. La cosa straordinaria è che oggi esiste una domanda crescente di turismo che non dipende dalle “stagioni” e che è alla ricerca delle differenziate specificità del nostro territorio. Faccio riferimento al turismo montano, sostenibile, a quello esperienziale, sportivo, congressuale, religioso, culturale, oppure a quello legato alla valorizzazione dei borghi e della tipicità delle produzioni dei luoghi. Tutte nicchie di mercato che sono molto distanti, in termini di attrattività, dai picchi stagionali di domanda, ma che possono movimentare, comunque, rilevanti flussi turistici.
Ma non è facile fare rete, a queste latitudini poi… Il forum tenta di aggredire questa debolezza che contraddistingue i comportamenti dei singoli e lo fa promuovendo, innanzitutto, la cultura della cooperazione e dello stare insieme. Le sinergie dell’azione collettiva consentono di superare le inefficienze (che rileviamo anche nella bassa qualità dei servizi offerti ai turisti) legate all’azione individuale. A questa sfida culturale, si affianca anche quella di ragionare su quale possa essere lo strumento migliore per rendere operativa e sostenibile nel tempo l’idea dell’aggregazione. In tale direzione, l’appuntamento di Corigliano Rossano è anche l’occasione per capire il ruolo che le nuove tecnologie informatiche possono avere all’interno di questo processo che mira a creare valore.
Tutto molto bello, ma qual è, quindi, in estrema sintesi il risultato atteso del forum del turismo? Far capire che l’efficacia di qualsiasi strumento potenzialmente utile per modernizzare il turismo calabrese è tanto più elevata quanto maggiore è la capacità dei singoli di pervenire ex-ante ad una condivisa strategia di crescita del settore. Visioni e strumenti sono elementi ad elevata complementarietà: qualsiasi strumento diventa inutile se non si ha una strategia su come e su cosa adottarlo, così com’è inutile una strategia senza strumenti per attuarla.
Si attende un’ampia partecipazione? La procedura di registrazione – consultabile sul sito www.OpenCalabria.com/forum – è ancora attiva, ma gli iscritti sono già moltissimi perché piace l’idea di sentirsi parte integrante di un percorso che è fortemente orientato a produrre risultati. Stiamo lavorando per un evento di qualità, ma occorrerà qualche giorno per capire cosa genererà tutto il fermento attorno a questa iniziativa di OpenCalabria.
Questa intervista è stata pubblicata su Il Quotidiano del Sud (Edizione del 27 novembre 2018)