Spesso si discute dei costi della politica e della spesa sostenuta dalle regioni per la corresponsione di ricchi vitalizi agli ex consiglieri regionali, a fronte del versamento di irrisori contributi da parte dei politici. Da alcuni anni, l’unica nota positiva è che i vitalizi sono stati aboliti in tutte le regioni italiane, non per iniziativa delle regioni, ma per una legge del Governo Monti del 2012. Tuttavia, rimangono a carico dei bilanci regionali tutti i vitalizi già maturati fino al momento in cui le regioni non hanno recepito il decreto Monti. In Calabria, per esempio, i vitalizi sono stati aboliti a decorrere dall’attuale legislatura, ossia dal 2014 in poi.
La spesa delle regioni in vitalizi I dati sono estratti dalla sezione “amministrazione trasparente” dei bilanci consuntivi regionali relativi all’anno 2015 e, ove disponibili, al 2016. Il costo totale annuo dei vitalizi erogati in tutte le regioni è a pari a 160 milioni, di cui 108 MLN di Euro nelle regioni a statuto ordinario. I costi sono molto variabili da regione a regione. La Calabria, con una spesa totale di poco inferiore a 9,5 MLM di euro, è tra le prime quattro regione a più alta spesa per vitalizi, preceduta solo da Lombardia, Emilia Romagna e Lazio.
(Fig. 1). L’indicazione di spesa elevata non muta quando si considerano i costi pro-capite. In tal caso, la Regione Calabria si colloca nei primi tre posti con un costo pro-capite di € 4,80 (fig. 2).
La sintesi di questi dati è che l’incidenza degli oneri finanziari legati ai vitalizi è elevata e ciò alimenta il bisogno sociale di ridurne l’impatto sui bilanci regionali. Il problema diventa più urgente in periodi di ristrettezze finanziarie causate dalla crisi e nelle regioni più povere, ossia quelle con il PIL pro-capite più basso. Per quanto riguarda le azioni di riduzione dei vitalizi, è utile ricordare i seguenti provvedimenti regionali.
- In Veneto si applica un contributo di solidarietà in percentuale all’ammontare del vitalizio, cioè una riduzione del vitalizio con un prelievo temporaneo (3 anni) e proporzionale al reddito e alla somma percepita (dal 5 al 15 %).
- La Regione Lazio ha introdotto il contributo di solidarietà triennale sul vitalizio. Si applica in modo progressivo: fino a 1.500 euro lordi sarà pari all’8%, da 1.501 a 3.500 al 10%, da 3.501 a 6.000 al 13% e oltre i 6.000 al 17%.
- In Lombardia il taglio di tutti i vitalizi è lineare e pari al 10%
- La Toscana ha adottato la soppressione, anche retroattiva, del vitalizio per gli ex consiglieri regionali che percepiscono anche il vitalizio da ex parlamentare.
- In Valle d’Aosta per il triennio 2016/2018 si applicherà una riduzione a scaglioni degli assegni vitalizi diretti e di reversibilità, senza possibilità di recupero, con aliquote che variano dal 6 al 15% a seconda dell’importo mensile erogato
Ci sono state riduzioni e tagli dei vitalizi anche in Puglia, Campania e Friuli. Per quanto riguarda la Calabria, le informazioni disponibili indicano che il problema del taglio dei vitalizi non è mai stato discusso nel consiglio regionale Calabrese, il che sarebbe quasi un atto dovuto nella regione più povera d’Italia, che corrisponde, invece, vitalizi in misura analoga a quella delle regioni più ricche del paese. Se esaminiamo i dati regionali sembra emergere una correlazione inversa tra remunerazione dei vitalizi dei politici locali calabresi e il benessere economico dei cittadini residenti, mentre per logica dovrebbe essere il contrario, cioè le regioni più ricche dovrebbero e potrebbero permettersi di pagare vitalizi più alti. La Calabria, infatti, ha un PIL pro-capite di € 16.176 che è meno della metà di quello della Lombardia € 35.044,17, ma la Calabria paga in totale € 9.456.977,88 di vitalizi contro € 6.607.480,58 dei lombardi. Ogni calabrese paga € 4,80/anno per rimborsare i vitalizi contro € 0,66 (-86,24%) che paga un lombardo. In Europa, tranne che in Italia, vale, in media, la regola in base alla quale gli stipendi dei politici sono positivamente correlati con la ricchezza individuale
Implicazione Diversamente da quanto succede in Europa, tra le regioni italiane esiste una correlazione inversa tra il PIL pro-capite e il costo pro-capire dei vitalizi regionali: al crescere del PIL pro-capite decresce il costo pro-capite dei vitalizi (fig. 4). In altre parole, le regioni più ricche sprecano meno risorse per remunerare i vitalizi dei politici (la correlazione è pari a -0,54). Un criterio equo dovrebbe essere quello di commisurare lo stipendio dei nostri “deputati” regionali al benessere economico dei cittadini calabresi. La politica calabrese dovrebbe dare un segnale di svolta, un segnale che fino ad oggi non si è visto. La regione più povera d’Italia, col il reddito pro-capite più basso, nonché col tasso di disoccupazione più alto d’Italia non può accollarsi l’onere di elevati costi per i vitalizi degli ex-consiglieri regionali. E’ giunto il momento che qualcuno si assuma l’onere e l’onore di ridurli.